Tribunale.

Veleni tra finanzieri, condanne e assoluzioni 

Giudicati innocenti l’ex consigliere regionale De Giorgi e l’ex assessore di Assemini Guerrieri 

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Non c’era alcuna associazione a delinquere composta da finanzieri, molti dei quali appartenenti al Cobar (organo di base di rappresentanza del personale militare), formata con lo scopo di cospirare e fare del dossieraggio nei confronti dei vertici isolani della Guardia di Finanza. Ieri mattina, al termine del processo con rito abbreviato e dell’udienza preliminare, il giudice del Tribunale, Giorgio Altieri, ha fatto cadere l’accusa più pesante nei confronti degli ultimi sette imputati finiti nell’inchiesta della Procura.

La decisione

Caduta l’associazione a delinquere per tutti, anche su richiesta del pubblico ministero Andrea Vacca, il processo con rito abbreviato si è chiuso con una condanna a un anno con pena sospesa nei confronti di Furio Casini (l’unico rimasto imputato non militare) per le sole accuse di calunnia e offesa alla reputazione, mentre il colonnello Andrea Taurasi è stato condannato a sei mesi per l’ipotesi di falso. Assolti con formula piena, da tutti i reati contestati, sia l’ex consigliere regionale Valerio De Giorgi che l’ex assessore di Assemini, Antonio Guerrieri. Nell’udienza preliminare, invece, è stato prosciolto del tutto Enrico Raimondi, mentre Michele Sandokan Ortodosso e Daniel Vacca sono stati prosciolti dall’accusa più grave e rinviati a giudizio al 23 gennaio del prossimo anno.

L’indagine

L’intera inchiesta è stata condotta dagli stessi investigatori della Guardia di Finanza che hanno indagato sui colleghi. A finire sotto inchiesta sono stati in undici. Il militare Sergio Cavoli (assistito dal legale Gianfranco Piscitelli) aveva scelto di patteggiare 2 anni con pena sospesa, mentre Marco Sireus (civile, difeso dal legale Edoardo Delirio) aveva patteggiato 2 mesi con ipotesi che però non riguardavano la cospirazione militare. La posizione di Davide Giacalone (affiancato dall’avvocato Ivano Iai) era stata archiviata dopo l’inchiesta: si era fatto interrogare e aveva dimostrato la sua estraneità alle contestazioni, così come è poi accaduto al collega Francesco Vittetti: dopo un errore di notifica era stato stralciato dall’udienza preliminare e si era fatto interrogare dal pm Vacca, assistito dalla legale Annarita Frau. Anche nel suo caso è arrivata la richiesta di archiviazione perché innocente.

L’udienza

A finire davanti al Gup Altieri, dopo la richiesta di rinvio a giudizio, erano rimasti in sette: il pm aveva sollecitato quattro condanne e 3 rinvii a giudizio ipotizzando – a vario titolo – di dossieraggi, diffamazioni, calunnie, minacce (anche con lettere contenenti proiettili) e cospirazione, ma chiedendo di far cadere l’associazione a delinquere. Alla fine il giudice ha assolto Guerrieri e De Giorgio, prosciolto Raimondi e mandato a giudizio Ortodosso e Vacca. Soddisfazione è stata espressa dai legali Roberto Nati (Guerrieri), Patrizio Rovelli e Debora Amarugi (De Giorgi) e Ivano Iai (Raimondi), mentre le persone offese erano costituite parte civile con i legali Massimo Melis e Anna Maria Busia. «Queste vicende giudiziarie hanno compromesso la mia vita politica e personale», ha commentato Valerio De Giorgi, dopo la sentenza di assoluzione, «Hanno creato grandissimo dolore nella mia famiglia e in tutti coloro che mi stimano alimentando in me una sofferenza grandissima. Sono stato e sono un uomo delle istituzioni. L’accusa di aver costituito una associazione per delinquere per destabilizzare i vertici per cui ho lavorato per quasi 40 anni mi ha profondamente turbato». Gioisce anche l’ex assessore Antonio Guerrieri: «Soddisfatto, ma purtroppo con due amarezze», ha detto, «In 27 anni di servizio non mi era mai capitato di assistere a una indagine fatta da militari dipendenti diretti delle presunte persone offese».

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