Difesa.

La Russa attacca su Garofani e sorprende il Quirinale 

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Francesco Saverio Garofani «è il segretario del Consiglio supremo di Difesa, si deve occupare della difesa nazionale. Credo che forse sia meglio che quel ruolo lo lasci a qualcun altro». Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, torna sul caso che ha fatto fibrillare i rapporti istituzionali. La tensione si rialza per un'uscita che ha sorpreso il Quirinale, soprattutto dopo le parole distensive della premier Giorgia Meloni domenica a Johannesburg, alla fine del G20. «Col presidente della Repubblica ho chiarito tutta la questione. Ribadisco l'ottimo rapporto che da sempre ho con il presidente Mattarella», aveva detto Meloni, «e non penso sia il caso di tornare su questa vicenda». L’ha fatto però il presidente del Senato, dando l'impressione che ci sia una strategia nell'insistere sulle dimissioni del consigliere del presidente.

Che la tensione si sia rialzata lo conferma la precisazione di La Russa, che poi fa marcia indietro: «Spiace che avere risposto a una domanda su Garofani possa far pensare di riaprire un caso che anche io, come Giorgia Meloni, considero chiuso e sul quale ho espresso personalmente piena solidarietà al presidente Mattarella. Certo ho detto, forse in maniera troppo sincera, che Garofani potrebbe essere imbarazzato non nel ruolo di consigliere ma di segretario del Comitato Supremo di Difesa. Ma non tocca a me chiedere le sue dimissioni e non l'ho fatto».

La Russa «ha riaperto il caso e l'ha richiuso», commenta il capogruppo dei senatori forzisti al Senato, Maurizio Gasparri. Stesso commento dal Colle. Non è però questa l'idea in diversi ambienti dove gli attacchi a Garofani stanno convincendo che si miri al bersaglio piccolo per indebolire il grosso. Ad esempio la Verità, il quotidiano vicino al centrodestra che ha lanciato il caso, spara. Il vicedirettore, Massimo De Manzoni, rincara la dose: «Garofani si stava muovendo dietro le quinte per promuovere un'alternativa a quello che sta succedendo. È ancora al suo posto e ci rimarrà». Quindi, viene da pensare che quei pensieri siano quelli che circolano sul Colle.

Dall'opposizione, dice Angelo Bonelli di Avs, si pensa che i veleni non siano finiti: le parole di La Russa «sono un attacco e una pressione indebita nei confronti del Quirinale e confermano che la destra vuole delegittimare Mattarella».

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