Il focus.

Edifici pericolanti, allarme continuo 

Dalle vecchie case in ladiri ai palazzi di 50 anni fa: decine le ordinanze 

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I bonus e gli incentivi per ristrutturare le facciate non sono bastati. Nel centro storico della città ma anche in periferia sono ancora moltissime le palazzine costruite soprattutto negli anni Settanta, Ottanta e Novanta, ancora in attesa di una ristrutturazione.Così perdono intonaco e calcinacci che si riversano su strade e marciapiedi mettendo a forte rischio l’incolumità pubblica.

L’emergenza in cifre

Da gennaio a oggi sono 28 le ordinanze emesse dagli uffici e firmate dal sindaco, nei confronti dei privati proprietari degli immobili e che impongono l’immediata messa in sicurezza degli edifici. In netta crescita rispetto al 2024 quando i provvedimenti erano stati 17. Tutti arrivati, come da prassi, dopo gli interventi dei vigili del fuoco a seguito di crolli a cui segue relazione inviata al Comune. E il dato non è definitivo: in caso di piogge e vento il dato è destinato a crescere.Questo vale anche per le vecchie case in ladiri, in mattoni rossi crudi, alcune disabitate e in stato di abbandono, che con la pioggia si inzuppano e si sfaldano. Basti pensare ad esempio al muro dell’ex distilleria Capra dalla parte di via Santa Maria, già crollato diverse volte.

Spesso è il privato ad agire spontaneamente, comunicando al Comune la messa in sicurezza dell'edificio che potrebbe creare pericolo alla pubblica incolumità. Di queste comunicazioni nel 2024 ne sono arrivate 12, nel 2025 17. «Inoltre capita – aggiungono dagli uffici comunali – che arrivino comunicazioni da parte dei vigili del fuoco per interventi effettuati all'interno di abitazioni private e cortili interni da mettere comunque in sicurezza a seguito ad esempio di infiltrazioni d'acqua, cadute di calcinacci interne, incendi o simili che non determinano però pericolo alla pubblica incolumità».

Ristrutturazioni salate

Ma perché non si ristruttura? Per una questione di soldi. Nei condomini il problema è sempre quello di non riuscire a mettere tutti d’accordo e racimolare le quote per avviare i lavori, nelle case tradizionali influiscono i costi per le ristrutturazioni in centro storico.Chi decide di ridare nuova vita a una campidanese o a un palazzotto liberty, ad esempio, deve seguire poi regole precise: dal mettere in evidenza i mattoni rossi crudi che devono vedersi nella facciata, all’utilizzare materiale di un certo livello, infissi esclusivamente di legno e niente plastiche. E non si possono mettere nemmeno le tapparelle sostituite da scurini interni con vetri a vista all’esterno: il tutto per circa 1000-1500 euro a metro quadro e in alcuni casi anche di più.

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