Per chi frequenta la scuola di specializzazione sono assegnati massimo ottocento assistiti

«Costretto a lasciare i miei pazienti:  assessore, ci ascolti» 

L’appello del dottor Zuncheddu, medico di famiglia a Guspini 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

«In barba all’emergenza in corso l’assessorato regionale alla Sanità non mi ha concesso di tenere i miei 1.850 pazienti». Da ieri l’agenda del dottor Carlo Zuncheddu, medico di base a Guspini, è stata prosciugata. Una cura dimagrante imposta dal fatto che da oggi il dottore – 53 anni, residente a Quartu Sant’Elena, una laurea all’Università di Cagliari, la specializzazione in Psicoterapia cognitivo-comportamentale e un passato ultradecennale come medico di bordo sulle navi da crociera – seguirà i corsi della scuola di specializzazione e, dunque, non potrà avere più di 800 assistiti.

Lunedì la Asl ha azzerato la sua agenda e ieri c’è stato il click day: i pazienti hanno cercato di essere riammessi ma i posti disponibili erano meno della metà e chi è rimasto fuori dovrà rivolgersi all’Asap (ambulatorio straordinario di assistenza primaria). Zuncheddu – che ha preso servizio nel paese del Linas nel febbraio scorso – ha cercato di resistere: è stato inutile. «Persino la commissaria della Asl del Medio Campidano, il direttore generale e la mia referente sono andati in assessorato per spiegare che sono un professionista con oltre vent’anni di esperienza. Nulla».

Lo impone la legge?

«La norma nazionale recepita dalla Regione indica il limite di 800 pazienti per chi frequenta la scuola di specializzazione, ma in base alle necessità si può modificare per sopperire alle emergenze e arginare i danni».

I suoi pazienti come l’hanno presa?

«Erano disperati anche perché le procedure per la richiesta del medico non favoriscono gli anziani. Come fa un fanciullo di 80 anni con una moglie di 75 che non sanno neppure cosa è lo Spid a fare l’iscrizione? Sono persone che hanno necessità del medico costantemente e a Guspini la situazione non può che peggiorare».

Perché?

«Attualmente circa 3.000 persone non hanno medico e devono rivolgersi all’Asap, a questi si aggiungeranno oltre mille dei miei pazienti – visto che passo da 1.850 a 800 – e, tra febbraio e marzo, i 2.600 assistiti di altri due dottori che andranno in pensione. Un totale di 6.600 cittadini senza un medico di riferimento. Questo è lo scenario che si prospetta a Guspini, ma sembra che qualcuno non lo capisca».

La Asl farà un bando.

«A febbraio sono stato l’unico in tutta la Sardegna a rispondere per la sede carente di Guspini: sul tavolo c’era solo il mio nome. Non so se arriverà qualcuno».

Non poteva rinunciare alla scuola di specializzazione?

«Molti lo hanno fatto. Gli ammessi, tra Sassari e Cagliari, erano 94 ma quando siamo arrivati all’esame eravamo solo 57».

Perché lei insiste?

«Perché ho 53 anni e devo decidere per la stabilizzazione, non posso avere sempre incarichi provvisori. In questo modo già dopo il primo anno avrei una sede che mi viene congelata e, dopo tre anni, potrò avere l’incarico a vita».

Il suo stipendio ne risentirà?

«Certo che sì, lo stipendio è proporzionale al numero di assistiti, diciamo che tolte le trattenute passerò da circa 4.800 euro a meno di 2.000, ai quali si aggiunge la borsa di studio».

All’assessore Armando Bartolazzi cosa chiede?

«Lo invito a trascorrere qualche ora in ambulatorio per incontrare i miei pazienti, parlare con loro e rendersi conto dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi

COMMENTI