Avere un numero preciso è impossibile. Ma per rendere l’idea di quanto il Covid stia entrando nelle aule, solo nell’ultima settimana la Asl di Cagliari ha registrato 279 studenti positivi. Ormai i contagi nella fascia 0-19 anche in Sardegna rappresentano il 30% dei totali. Una paura crescente che ha portato le famiglie a prendere d’assalto l’hub di Cagliari per la prima giornata di vaccinazioni per la fascia 5-11 anni.

Asl di Cagliari

Escludendo i casi di Capoterra (16 classi in quarantena per un totale di 80 ragazzi positivi) e di Villaputzu-Muravera (22 classi in Dad per 73 studenti) nel territorio della Asl di Cagliari ci sono 32 classi in sorveglianza (è stato riscontrato almeno 1 alunno positivo; 16 classi della primaria, 4 della secondaria primo grado e 12 di secondo grado). Sono invece 29 le classi in quarantena (14 dell’Infanzia, 8 della primaria, 5 della Secondaria di primo grado e 2 di secondo grado) dove si sono riscontrati 90 alunni positivi. In totale quindi dall’11 dicembre a oggi sono almeno 279 gli studenti positivi.

«Classi in quarantena»

«Abbiamo diverse classi in quarantena – sottolinea l’assessore all’Istruzione del Comune di Cagliari, Rita Dedola – Quel che stiamo osservando è che mentre prima avevamo uno, due casi all’interno della stessa classe, ora ci sono 20 studenti positivi insieme. La settimana scorsa abbiamo registrato un incremento notevole, in questi ultimi giorni invece numeri più contenuti». 

«Vaccino fondamentale»

«Aver iniziato a vaccinare i bambini è importantissimo; il virus cerca qualcuno da infettare e, esclusi i no vax, resta quella fascia di popolazione non protetta. A questo poi si aggiunga che i bimbi svolgono una vita più promiscua e questo non fa altro che aumentare i contagi – sottolinea l’allergologo Stefano Del Giacco, docente universitario e dirigente medico al Policlinico universitario di Cagliari –. Comprensibili le perplessità dei genitori nella vaccinazione ma non esistono ragioni valide per non farlo, è un vaccino come un altro. A questo si aggiunga che gli effetti collaterali sono minimi, insignificanti rispetto ai bambini morti per Covid o a quelli che entrano in terapia intensiva».

«Basta con la Dad»

Oltre che per la salute, Stefano Del Giacco sottolinea l’importanza della vaccinazione anche per la scuola, «abbiamo sempre più classi in quarantena e questo crea un problema logistico per loro e per i familiari». Certo, i bambini presentano sintomi Covid meno gravi rispetto agli adulti, «ma questo non vuol dire che non vadano protetti». L’immunologo ricorda anche come «il bambino protetto ha meno possibilità di contagiare i familiari. Ultimamente infatti assistiamo a genitori o parenti che sono stati infettati dai figli piccoli». Insomma, conclude Stefano Del Giacco: «Vaccinarli è fondamentale per un discorso educativo, sociale e pratico. Ci siamo sempre fidati dei pediatri e dei medici di famiglia e tutti raccomandano la vaccinazione».

I numeri

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento Covid, in Italia il 6,3% dei casi (325.670) sono nella fascia 0-9 anni, il 10,7 tra i 10 e i 19 anni (549.335); 34 i deceduti nelle due fasce. «Nell’ultima settimana si osserva un aumento dell’incidenza in tutte le fasce d’età scolare; in particolare nell’età inferiore ai 12 anni – si legge nel report - Il 27% dei casi totali sono stati diagnosticati nella popolazione di età scolare». Numeri nazionali in linea con quelli regionali.

(Unioneonline)

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