Il 13 settembre 1982, a Ginevra, viene arrestato Licio Gelli. Il Gran Maestro della loggia massonica della P2 era in Svizzera, in fuga, e tentava di ritirare migliaia di dollari (180 miliardi di lire, pare) dal suo conto bancario.

Viene portato in carcere ma riesce a evadere l’anno successivo.

Alla massoneria si era iscritto nei primi anni Sessanta poi, nel 1966, il Gran Maestro Gamberini lo trasferisce alla Propaganda 2, destinata in modo totalmente riservato a personaggi pubblici, fino allo scioglimento del 1975. Ma la P2, proprio grazie a Gelli, rinasce e prende sempre più piede risultando coinvolta nei più grandi scandali italiani.

Il primo ordine di cattura per il capo massone scatta nel maggio 1981 ma lui è irreperibile, verrà arrestato l’anno dopo. Scappa dall’istituto di Champ Dollon il 10 agosto 1983 per costituirsi, nel 1987, sempre a Ginevra e infine viene estradato in Italia.

Dopo la conferma della condanna per il crack del Banco Ambrosiano, Gelli fugge di nuovo e resta latitante per quattro mesi. Poi gli vengono concessi i domiciliari, da scontare a Villa Wanda, quella residenza dove morirà nel dicembre 2015.

(Unioneonline/s.s.)

Settembre 2019

Agosto 2019
© Riproduzione riservata