Trenta giorni per opporsi. L’invasione eolica nel Golfo degli Angeli è alle porte. La Capitaneria di Porto di Cagliari rompe gli indugi e pubblica la richiesta di concessione degli spazi a mare per la costruzione di due giganteschi parchi eolici. Un piano senza precedenti per occupare una delle parti più esclusive e affascinanti della costa del sud Sardegna, a un tiro di schioppo dall’Isola di Sant’Antioco e Carloforte. L’assalto, però, è solo agli inizi visto che sono ben sei i progetti eolici offshore che, da Villasimius, passando per Pula, Domus de Maria e Teulada, coinvolgeranno alcune tra le più affascinanti insenature dell’Isola. Cittadini, associazioni e amministrazioni locali entro i primi giorni di maggio, se lo vorranno, potranno opporsi. Per farlo dovranno inviare agli uffici della Capitaneria di Porto osservazioni e opposizioni per bloccare quella che si configura come una vera e propria devastazione dei litorali più pregiati, sul piano ambientale, naturalistico, archeologico ed economico.

Conto alla rovescia

Non è dato sapersi quale sia la reale scadenza che la Capitaneria sta imponendo ad una procedura già di per sé contorta e irrazionale. I termini ultimativi per presentare le opposizioni, infatti, erano stati già fissati nei mesi scorsi quando il braccio a mare dello Stato, a cui è affidata la gestione del demanio marittimo, aveva pubblicato nel proprio albo pretorio analogo bando di concessione a mare. In pratica gli uffici del Ministero delle Infrastrutture hanno perseguito almeno cinque pubblicazioni, quella nel sito della Capitaneria, sulla Gazzetta Ufficiale italiana ed europea, nel Bollettino ufficiale della Regione sarda e in un quotidiano regionale. Non è scontato quando è scattato il vero conto alla rovescia, ma di certo c’è che mercoledì scorso, sulle pagine dell’Unione Sarda, sono stati pubblicati gli annunci legali della Capitaneria di Porto di Cagliari sui due progetti della Sea Wind, già annunciati nelle scorse settimane dal nostro giornale. Ora, però, la procedura di concessione di quegli immensi specchi acquei è ufficialmente partita. Con il nuovo piano di invasione appena pubblicato nel bando pubblico le due Isole minori del Sulcis, San Pietro e Sant’Antioco, risultano circondate da pale eoliche ciclopiche da piazzare in mare aperto, proprio a ridosso dell’Isola del Toro.

Sbarco militare

Non si tratta di qualche pala, ma di una vera e propria foresta eolica divisa in due maxi aree a mare. La prima direttamente a ridosso dell’Isola del Toro da cui il progetto prende il nome. Un impatto devastante con le prime ventiquattro pale, altezza 245 metri per una potenza di 12,2 megawatt ciascuna, piazzate a forma di sbarramento proprio davanti al canale tra Calasetta e Carloforte e le seconde ventiquattro un po’ più ad ovest a rafforzare la grande muraglia di eolico a mare. Un insediamento progettato dai signori del vento con la consapevolezza che lo Stato avrebbe stanziato ulteriori ingenti incentivi, in grado di rendere l’affare sempre più stratosferico. Tutto questo calato sul mare sardo con l’irruenza di una vera e propria occupazione militare, come se queste multinazionali ignorassero, o se ne fregassero, delle peculiarità della costa.

L’agenda delle scadenze

L'agenda delle scadenze per presentare le opposizioni è già all’attenzione delle istituzioni comunali e della stessa amministrazione regionale. È evidente che l’eventuale silenzio dei soggetti coinvolti nella procedura avrebbe il chiaro significato dell’assenso al progetto. Non è, infatti, un caso che lo Stato stia perseguendo una procedura sibillina e subdola attraverso la Capitaneria per precostituire, attraverso la concessione degli spazi acquei, le condizioni indispensabili per autorizzare quelle palizzate eoliche in mezzo al promontorio costiero. Nello schema autorizzativo è prevista anche una conferenza di servizi, ma, ora più che mai, sarà una mera formalità, visto che lo Stato ha di fatto commissariato la Regione e non solo. Per questa ragione il passaggio scandito dall’ufficio demanio dell’Ufficio statale di Piazza Deffenu a Cagliari è ineludibile.

Totale contrarietà

Maria Concetta Spada, Sindaco di Domus de Maria, non ci ha pensato su due volte e non ha perso tempo. Senza guardare in faccia a nessuno è lei che ha sfidato per prima l’assalto dei signori del vento ad una delle coste più affascinanti dell’Isola, quella di Chia. Le sue prime affermazioni sono scandite senza mezzi termini: «Totale contrarietà». L’opposizione del Comune già depositata negli uffici della Capitaneria è circostanziata e puntuale, argomentata sotto ogni punto di vista. Quella del Comune costiero, però, va ben oltre una semplice opposizione e si configura come il preludio ad un vero e proprio contrasto anche giudiziario a più ampio raggio. Non è un caso che il Comune di Domus de Maria, per contrastare l’impianto Nora Ventu 1, quello presentato dalla potentissima multinazionale Falck Reneweblas, si stia avvalendo della grande esperienza legale di Giulio Steri, già avvocato dello Stato, ora libero professionista. È lui che si sta occupando di una consulenza tanto delicata quanto decisiva per il futuro del litorale.

Un No argomentato

I passaggi dell’opposizione del Comune di Domus de Maria sono un manifesto giuridico, economico e strategico per la tutela e la valorizzazione di un immenso patrimonio ambientale e naturalistico che non può in alcun modo essere aggredito a colpi di invasione eolica a mare. Il primo elemento è la gravissima contraddizione tra lo sviluppo turistico, tutto fondato sui valori ambientali, e l’assalto eolico. Scrive il Comune: «Il sistema marino-costiero di Domus de Maria, che si estende prevalentemente lungo il litorale di Chia fino al promontorio di Capo Spartivento, si caratterizza per un elevato grado di naturalità e una considerevole diversità ambientale e paesaggistica, riconosciuta con l’istituzione di numerosi beni, aree di salvaguardia, vincoli territoriali e siti di interesse conservazionistico oggetto di tutela e protezione».

Stato bifronte

Un richiamo non di poco conto: da una parte lo Stato promuove parchi e aree di salvaguardia e, poi, lo stesso Stato ne autorizza la devastazione a colpi di pale eoliche. L’opposizione, poi, colpisce un fatto emblematico: «L’impatto socio-economico di questo progetto eolico offshore avrebbe ricadute fortemente negative sull’immagine del territorio e sullo sviluppo di una comunità, la cui economia è fondata principalmente sul turismo di qualità e sui servizi ecosistemici che derivano proprio dalla elevata valenza delle risorse naturalistico—ambientali, paesaggistiche e storico culturali dell’ambito costiero di Domus de Maria».

Attacco al paesaggio

«La fascia costiera di Chia, località a forte vocazione turistica, – scrive il Comune - è una delle mete più ambite dai vacanzieri provenienti da ogni parte del mondo, che vogliono godere delle meravigliose peculiarità ambientali e paesaggistiche presenti nel nostro territorio. Gli impianti eolici offshore impongono al paesaggio un costo davvero importante legato all’inserimento degli aerogeneratori che, interrompendo lo skyline, creano discontinuità territoriali “sottraendo” e “alterando” il paesaggio. Infatti, – è scritto nell’opposizione del Comune – i grandi generatori eolici sono visibili a chilometri di distanza e costituiscono un'oggettiva modificazione del paesaggio e dell'ambiente circostante». Le conclusioni dell’atto comunale sono un vero e proprio diktat: «Questa amministrazione comunale ribadisce la propria ferma e forte opposizione alla realizzazione del parco eolico offshore davanti alle coste di Domus de Maria».

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