Da qualche mese l’Europa è in guerra. Qui in Italia, a qualche migliaio di chilometri dal fronte ucraino, facciamo finta di non esserlo o forse fingiamo di non saperlo. Viviamo il conflitto come fosse uno scontro da talk show, dove i commentatori prima si scannano a furor di popolo e poi, a telecamere spente, si riuniscono al buffet a brindare a tarallucci e vino prima del prossimo ring catodico.

Intanto il prezzo dell’energia elettrica e della benzina cresce, le materie prime scarseggiano, aumentano i dubbi sugli approvvigionamenti alimentari e su come sarà in generale il prossimo autunno e inverno. Sul fronte militare Occidente e Russia si guardano sempre più in cagnesco e affilano le armi…sembrano aver dimenticato come si è ridotta l’Europa dopo l’ultima guerra tra grandi potenze, un’ottantina di anni fa.

In questo tempo un po’ surreale è facile dividersi in schieramenti come si fosse in un videogame o in una puntata di un Amici: riesumare le antiche fazioni, con filo-russi e filo-ucraini al posto dei guelfi e dei ghibellini. È facile credere alle ipersemplificazioni o, peggio, alla propaganda. Viceversa, bisognerebbe fare un passo indietro dall’agone delle discussioni, acquisire quella distanza che aiuta la comprensione e facilita la riflessione. È quello che ci aiuta a fare Orietta Moscatelli nel suo ultimo lavoro, “P” (Salerno Editrice, pp. 160, anche e-book), saggio in cui abbraccia il contesto dello scontro tra Ucraina e Russia e tra Occidente e Russia, ne scava le radici profonde, e azzarda in conclusione alcune ipotesi sul suo possibile esito come ben spiega Lucio Caracciolo nella prefazione al volume.

La copertina del libro

Insomma, siamo ben lontani dai tanti instant-book usciti in questi mesi, anche perché Orietta Moscatelli, oltre a essere una delle analiste di punta della rivista di geopolitica Limes, studia e frequenta la Russia da oltre un trentennio. Non a caso, il conflitto in atto in Ucraina viene analizzato nel libro dal lato russo, cioè provando a capire cosa ha spinto Putin a invadere l’Ucraina lo scorso 24 febbraio.

Per Orietta Moscatelli con un azzardo bellico destinato probabilmente a generare altri conflitti, il leader russo ha messo mano al progetto imperiale di riunificare le tre Russie (la Russia di Mosca con Ucraina e Bielorussia), cercando un contrappeso alla storica sconfitta del 2014, quando Kiev era uscita definitivamente dall’orbita moscovita e si era avvicinata pericolosamente all’Occidente. La mossa di Putin è impossibile da capire senza provare a decifrare, come fa l’autrice, la psicologia del potere moscovita, il sistema che ne blinda l’azione con automatismi autoritari, l’ideologia che ne promuove i valori: il putinismo. È quanto prova a fare questo libro, guardando la Russia dall’interno: P come Putin, P come putinismo, dunque, ma anche e soprattutto P, che nell’alfabeto cirillico si legge R, come Россия (Russia), perché il leader russo si sente chiamato a incarnare il destino del suo Paese, in nome del quale ha lanciato una sfida all’ordine mondiale a guida americana.

Si, perché l’azzardo ucraino si comprende solo nell’ottica di una Russia che vuole provare a ribaltare le carte in tavola e vuole provare a mettere fine all’egemonia economica, militare e anche culturale degli Stati Uniti e dell’Occidente. Per farlo ha intrapreso una guerra che getta il mondo in un lungo e duraturo scontro per la riorganizzazione degli assetti globali. Uno scontro in cui la Cina per ora è solo spettatrice interessata, mentre sempre più spesso i suoi caccia da combattimento sfrecciano sui cieli di Taiwan.

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