“Ma tu ci credi ai fantasmi?”...chi non si è sentito rivolgere questa domanda almeno una volta nella vita. Tutti – o quasi – solitamente rispondiamo ricorrendo alla più assoluta razionalità, di fatto negando l’esistenza di ectoplasmi e affini e facendo i superiori. Salvo poi provare improvvisi brividi a ogni scricchiolio o rumore inatteso se ci ritroviamo in una vecchia casa o peggio ancora in un maniero.

Diciamo allora la verità: per quanto possiamo essere scettici i fantasmi ci affascinano e ci spaventano, ci attraggono e ci respingono allo stesso tempo. E, sebbene rappresentino la nostra paura più profonda, non riusciamo a staccare gli occhi dal grande buio che li nasconde.

Un buio che si fa ancora più fitto nelle cinquanta località presentate in un libro perfetto per la notte di Halloween: "Atlante dei luoghi infestati” (Bompiani, 2021, pp. 160) scritto da Giulio D’Antona e arricchito dalle illustrazioni da “brivido” di Daria Petrilli.

La copertina del libro

Come già fa capire il titolo, il volume raccoglie alcuni fra i luoghi più spaventosi del pianeta e racconta le storie maledette che li infestano. Dal Regno Unito, che vanta il primato numerico in fatto di infestazioni, alle località più remote dell’Africa e dell’Asia e fino all’Antartide, esploriamo vecchi castelli, foreste, porzioni di deserto, cimiteri, villaggi abbandonati, antichi ponti nella giungla, edifici modernissimi. Una esplorazione che ha sempre una recondita speranza unita alla paura: trovarsi faccia a faccia con uno spettro. Speranza e paura che sicuramente hanno accompagnato anche Giulio D’Antona a cui chiediamo come è nata l’idea di un atlante tanto particolare:

“Fin da bambino sono sempre stato affascinato (terrorizzato, in realtà) dall'idea dei fantasmi e dei luoghi infestati. Per assecondare questa mia passione, o forse per cercare di esorcizzare la mia paura, ho approfondito l'argomento con ogni mezzo a mia disposizione: leggendo, cercando e visitando i luoghi infestati. Quello che mi è mancato è stato un mezzo di consultazione e catalogazione dei posti popolati dai fantasmi. Ecco perché un atlante”.

Un'illustrazione tratta dal libro (immagine concessa)


Cosa si intende per luogo infestato?

“In sintesi, è un luogo nel quale si sono avvistate o percepite presenze paranormali. È ovviamente molto difficile certificare scientificamente lo stato di un luogo infestato e storicamente chi ci ha provato ha dato le spiegazioni più disparate, tanto alle apparizioni quanto alle sensazioni che si provano al suo interno. Il cacciatore di fantasmi Peter Underwood sosteneva che un luogo infestato fosse un luogo dove persistono determinate emozioni molto intense, al punto da sopravvivere alla morte di chi le ha vissute”. 

Qual è stato il primo luogo infestato che ha visitato?

“Il primissimo luogo infestato che ho visitato non è nell'atlante: è il castello di Montebello, in Romagna. Credo che il primo di quelli che ho descritto sia la villa Serbelloni a Taino, presso Varese, perché ci sono cresciuto accanto e da ragazzi la esploravamo spesso”. 

Un'altra immagine tratta dal libro (foto concessa)


A quale tra i luoghi descritti nel libro è più legato?

“Probabilmente il Congress Plaza di Chicago: è stato il primo luogo infestato che ho esplorato con l'idea di incontrare qualcosa o qualcuno. Non è successo perché sono fuggito fuori in preda a un panico inspiegabile dopo pochi minuti”. 

Ma perché amiamo tanto aver paura?

“È quello che mi domando anch'io ed è il motivo per cui ho deciso di dedicare una parte della mia ingrata professione ai fantasmi e alla paura in generale. È il paradosso stesso degli spettri: entità che incarnano la nostra più grande speranza (che ci sia vita dopo la morte) e il nostro terrore (raccoglierne la prova inconfutabile)”. 

Ma lei ai fantasmi ci crede?

Credo che si possa ammetterne la possibilità. Scientificamente è opportuno tenere aperte tutte le opportunità finché non si ha una prova certa della loro impossibilità. Parafrasando Roger Clarke, grande esperto di fantasmi: ‘Troppi testimoni giurano di aver visto o percepito una presenza per scartare completamente la possibilità che l'esistenza di una realtà ultraterrena sia reale’”. 

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