Il Seicento fu l’epoca dell’affermazione del pensiero scientifico. Cominciò a farsi strada l’idea che i fenomeni naturali andassero studiati, sperimentati per arrivare a definire le leggi della natura, che erano leggi fisiche, matematiche, chimiche, insomma scientifiche e non certo magiche e neppure religiose.

Galileo Galilei e Isaac Newton furono i primi e i più grandi protagonisti di questo momento di cambiamento. Aprirono la strada agli scienziati venuti dopo di loro, aprirono anche le menti a nuove possibilità, a percorrere nuove vie. In realtà per molto tempo la scienza si trovò a convivere con la magia, tanto che credenze e superstizioni non appartenevano solo al popolo, ma anche a scienziati e uomini di cultura. Prendiamo come esempio Tycho Brahe (1546-1601) e Giovanni Keplero (1571-1630), due dei grandi protagonisti della rivoluzione scientifica del Seicento. Con le loro osservazioni del cielo consentirono all’astronomia di fare un notevole balzo in avanti rispetto al passato, ma questi due scienziati ebbero un’altra cosa in comune: furono grandi cultori di astrologia, tanto da ricoprire l’incarico di astrologo ufficiale alla corte dell’imperatore. La loro vicenda è quindi la dimostrazione di come nel XVII secolo vi fosse ancora una commistione tra scienza e antiche credenze e superstizioni, anche negli ambienti culturalmente più elevati e raffinati d’Europa. Arti occulte, magia, astrologia e spiritismo trovavano credito nei più vari ambienti sociali, non esclusi i raffinati salotti dell’alta società, e talvolta a vantaggio di improvvisati maghi, pronti a sfruttare l’ingenuità altrui per ottenere denaro e prestigio.

La copertina del libro

In questa epoca carica di contraddizioni e in precario bilico tra razionalità e irrazionalità si muove fra’ Girolamo Svampa, inquisitore e investigatore nato dalla fantasia di Marcello Simoni, uno dei maestri del romanzo storico italiano. Nella sua ultima avventura "L’angelo di pietra” (Einaudi, 2025, pp. 272, anche e-book), fra’ Girolamo ha a che fare con un assassino di donne che si muove tra il mondo dei sogni e la realtà, lasciando dietro di sé un profumo di fiori. Per fermarlo serve qualcuno capace di resistere alla suggestione e all'inganno, un individuo dotato di una razionalità ferrea. Qualcuno come il nostro frate domenicano, che però dovrà stare bene attento a dove mettere i piedi. Anche perché l’orgoglio intellettuale ha sempre creato problemi a fra’ Girolamo Svampa, fin dai suoi anni a Roma. La situazione non è migliorata da quando si è spostato a Ferrara, dove di recente è stato nominato inquisitore generale. Il suo carattere scontroso, privo di empatia, non mostra segni di cedimento nemmeno di fronte alla supplica di una giovane aristocratica, la quale giura di essere stata soggiogata carnalmente da un incubus, un demone misterioso.

Liquidare la ragazza con sufficienza si rivela però un grave errore. Mentre i suoi nemici tessono trame sempre più pericolose contro di lui, Svampa deve affrontare omicidi che sembrano riconducibili a forze sovrannaturali. Al suo fianco, in queste acque tumultuose, ci sono la bellissima Margherita Basile, amante, artista e spia, il coraggioso armigero Cagnolo Alfieri, e padre Francesco Capiferro, un confratello domenicano dotato di una cultura straordinaria. Tuttavia, anche tra gli amici, è bene non abbassare mai la guardia, soprattutto quando a muoversi per le vie di Ferrara sono forze oscure e misteriose. Forze capaci di fare vacillare la ragione e di soggiogare anche i migliori.

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