I bambini, anche i più piccoli, adorano stare in cucina, osservare gli adulti mentre impostano i piatti e partecipare alle varie preparazioni. Spesso per i più piccoli cucinare è un modo diverso, alternativo per giocare e allo stesso tempo conoscere il mondo che li circonda. E in cucina possono scoprire – magari con i propri genitori come è accaduto sicuramente in tante case italiane durante i recenti lockdown – un universo particolare, fatto di materie prime, attrezzi, procedure a volte misteriose ma altrettanto affascinanti. Però fare il cuoco, anche solo per gioco, non è cosa che si può improvvisare del tutto. Servono curiosità, fantasia e tanta, tanta pazienza. E poi in cucina ci sono molti attrezzi da imparare a usare e a cui bisogna fare molta attenzione, soprattutto quando si è bambini. Infine, ci sono gli ingredienti, che bisogna conoscere al meglio se si vuole diventare i grandi chef di domani.

Sono questi gli “avvertimenti” per i più piccoli che ritroviamo in un libro espressamente pensato per loro, Un bravo cuoco (Il Castoro, 2021, pp. 32). Autore del volume, illustrato da Silvia Baroncelli, è Maurizio Bonomi, capo cuoco in un prestigioso ristorante di Bergamo. Come prima cosa gli chiediamo quali sono le caratteristiche principali di un bravo cuoco: "Deve essere prima di tutto particolarmente curioso e creativo. E deve rimanere sempre un po’ bambino".

Un'illustrazione tratta dal volume di Bonomi (immagine concessa)

In che senso bambino?

"Nel senso che non bisogna essere troppo legati alla tecnica. Intendiamoci: la tecnica serve, ma se si riesce a portare nei piatti che si preparano la creatività e la fantasia che si hanno quando si è bambini allora abbiamo un valore aggiunto".

I più piccoli adorano solitamente stare in cucina. Ma cosa possono imparare cucinando?

"Prima di tutto la manualità. Poi l’abitudine a trattare gli alimenti con cura e rispetto, cercando di scartare il meno possibile. E poi mentre si cucina gli si può insegnare a mangiare sano fin da piccoli, usando poco sale, olio di oliva al posto dei grassi animali".

E noi adulti cosa possiamo imparare dai bambini in cucina?

"Possiamo imparare a divertirci, anche quando non abbiamo tanta voglia di cucinare e farlo ci pesa. Per esempio, mia moglie non ama tanto mettersi ai fornelli. Però se lo fa con i nostri figli si diverte e il ‘sacrificio’ le pesa di meno".

Un'altra illustrazione (immagine concessa)

Ma cosa amano particolarmente fare i bambini in cucina, almeno secondo la sua esperienza?

"Io vedo che adorano preparare dolci perché si divertono ad assaggiare e provano piacere ancora prima di aver ottenuto il risultato definitivo".

Secondo lei di cucina ed educazione alimentare si dovrebbe parlare di più, magari a scuola, per esempio?

"L’educazione alimentare è molto importante e la scuola è sicuramente un luogo dove imparare a mangiare nel modo giusto. Quindi ben venga l’educazione alimentare nelle aule scolastiche perché è fondamentale far capire fin da piccoli che la salute dipende tantissimo da quello che mangiamo e beviamo".

Ma riesce a preparare in modo salutare anche i piatti della tradizione bergamasca, dove abbondano formaggi e burro?

"Beh, la cucina tipica va conservata il più possibile, però alleggerirla un poco si può sempre fare!".
© Riproduzione riservata