Da qualche tempo sulle piattaforme Spotify, Google podcast, Apple podcast è possibile ascoltare Antropocene, una serie di podcast di grande attualità prodotta da Emons con altri editori indipendenti.

La serie propone le “voci” di alcuni giovani ricercatori italiani sui legami tra Terra, natura ed esseri umani.

Il termine antropocene, proposto per la prima volta dal premio Nobel per la chimica Paul J. Crutzen, indica, infatti, l’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre viene fortemente condizionato dagli effetti dell’azione umana. I primi due podcast, in coproduzione con la casa editrice nottetempo, sono Quattro capanne del filosofo Leonardo Caffo e Il Dio che danza di Paolo Pecere, docente di Storia della filosofia all’Università di Roma Tre.

Abbiamo chiesto a Maria Saracino, che ha curato il progetto Antropocene per Emons, come è nata l’idea di questa serie di podcast:

«Il progetto nasce nel 2020 quando abbiamo iniziato a confrontarci sull’idea di pubblicare una serie di podcast che riproponessero ’le voci’, le parole e le esperienze di alcuni ricercatori italiani che ci avevano accompagnato con i loro libri durante il periodo di distanziamento sociale dovuto al Covid. Un distanziamento che ha reso alcuni temi più urgenti e ancora più vivi».

Quattro Capanne

Quali sono le caratteristiche principali della serie?

«La caratteristica principale di questa serie di podcast, nonché premessa di tutto il progetto, è quella di partire dagli autori: giovani ricercatori e studiosi italiani. Partire da loro vuol dire puntare su libri che raccontano, attraverso diverse esperienze, come l’azione umana stia condizionando l’ambiente terreste in cui viviamo. Questo è lo stimolo di Antropocene: avviare un dibattito delle idee sulle connessioni tra ambiente, società e culture diverse. Si tratta di autori e opere che Emons vuole proporre insieme agli editori indipendenti che hanno investito attraverso il loro catalogo in opere interessanti. Emons vuole cercare di creare una geografia audio, per fornire al pubblico uno strumento per orientarsi all’interno di un vasto panorama di pubblicazioni. Antropocene vuole accompagnarci in un percorso tematico, rispondere a interrogativi filosofici ma anche scientifici e creare una comunità di ascoltatori attivi». 

Quali peculiarità hanno i podcast che compongono la serie?

«Dal punto di vista audio, post produzione e sound design sono curati da Fiammetta Castagnini e dalla squadra di Emons Record che per ogni contenuto audio ha mantenuto un carattere specifico, rispettando il ritmo e la voce degli autori, arricchendo – quando possibile – di musiche e sound le puntate per un’esperienza immersiva che ci riporta nei luoghi narrati e ci fa scoprire nuove e antiche pratiche pur mantenendo – nello stile musicale e curatoriale – un filo narrativo e stilistico proprio della collana».

Quali obbiettivi si pone Antropocene?

«Si pone l’obiettivo di fornire un invito alla lettura e dare spazio e voce agli autori e a quegli approfondimenti o a quei commenti che la dimensione del libro non ha potuto ospitare. Per esempio, nel podcast Il dio che danza abbiamo cercato di ‘ricostruire’, attraverso musiche e suoni, quegli ambienti, quei riti e quelle realtà che Paolo Pecere ha raccolto nei suoi viaggi, dalla Puglia all’India, dal Pakistan all’Africa e al Brasile per documentare la trance da possessione indotta dalla danza e dalla musica».

Quale tipo di pubblico vuole intercettare questa serie?

«Se da un lato crediamo che il pubblico di Antropocene sia prima di tutto un pubblico di ‘lettori’ interessati a temi filosofici, antropologici e scientifici, dall’altro lato abbiamo deciso di distribuire questi podcast gratuitamente su tutte le piattaforme (da Spotify a Apple Podcast e Google Podcast) perché siamo convinti che il pubblico potenziale sia molto più ampio. Vogliamo raggiungere infatti tutti quegli ‘ascoltatori’, spesso giovanissimi, che sono molto attenti e vicini a temi fondanti del nostro contemporaneo come il rispetto e cura della Terra, che sono una costante di questo nostro progetto di podcast. Antropocene vuole farsi portavoce di un impegno collettivo che passa anche attraverso lo stimolo e l’approfondimento di contenuti che riguardano tutti noi e che oggi rappresentano la sfida più importante della nostra epoca».

© Riproduzione riservata