Più della malattia, è il tempo d’attesa per una visita, un esame e una diagnosi il vero nemico del paziente. L’allarme è risuonato durante l’audizione sulla Manovra del presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, e ancora una volta sono emersi dati allarmanti.

Aspettare tanto, alla fine dei conti, è la causa principale della rinuncia alle cure (la seconda riguarda i costi insostenibili per rivolgersi al privato), una piaga sociale che vede la Sardegna al primo posto tra le regioni, con il 17,2% delle persone che si arrendono, un dramma che colpisce più le donne e gli anziani, le famiglie a basso reddito e chi vive lontano dai centri urbani.

Una ricerca attraverso il Cup Web dimostra la difficoltà di accedere a tante prestazioni, non soltanto in un periodo accettabile, ma anche in presìdi vicino a casa.

Per una visita cardiologica con elettrocardiogramma, la prima disponibilità nell’Isola è il 13 dicembre all’ex ospedale civile di Thiesi, il che potrebbe anche andare bene per un sassarese, ma se chi ne ha bisogno è un cagliaritano, significa che dovrebbe fare 180 chilometri all’andata e altrettanti per rientrare.

L’articolo completo di Cristina Cossu su L’Unione Sarda oggi in edicola e sull'App L’unione Digital 

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