Le pozze di sangue in via Sicilia e in via Napoli non ci sono più. Ma alla Marina, dove sabato scorso è stato accoltellato un quindicenne da un coetaneo durante l’ennesimo weekend di risse e alcol, resta la paura e la preoccupazione. 

«Basta minimizzare, quello che è accaduto sabato sera è l’epilogo di un fenomeno che denunciamo da troppo tempo», dice Sandra Orrù, residente alla Marina e portavoce dell’associazione dei residenti Apriamo le finestre alla Marina.

Ecco perché, tutti insieme, commercianti e residenti ora chiedono «più controlli e sanzioni a chi vende alcol ai minorenni e un presidio fisso delle forse dell’ordine, almeno il venerdì e il sabato».

Ma sulla zona rossa, soprattutto i commercianti, si mettono di traverso.

«È una ipotesi da prendere con le pinze», spiega Alberto Melis, titolare del ristorante Antica Cagliari, «il rischio, infatti, è che alla fine si penalizzino le attività commerciali». Concetto  ribadito da Alessandro Olisterno, titolare del Maverick: «La zona rossa potrebbe essere un vantaggio per un verso ma un grande svantaggio per un altro. Cosa accadrebbe se ai turisti venisse dato il messaggio errato che la Marina non è un quartiere sicuro? Le attività commerciali lavorerebbero meno, ci sarebbero meno buste paga e più disoccupazione».

Tutti i dettagli nell’articolo di Mauro Madeddu su L’Unione Sarda in edicola e sull’Unione Digital

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