Hanno postato sui social, vantandosi, foto che li immortalano in discoteca con in mano il cartellino di un tavolo prenotato a nome "Centro stupri". Hanno persino realizzato alcune t-shirt con la stessa scritta, diffondendo immagini di loro che la indossano.

Protagonisti sette ragazzi friulani, tutti maggiorenni, che, finiti nella bufera social, si sono scusati parlando di una "bravata".

Sabato scorso i sette hanno festeggiato il compleanno di uno di loro in una discoteca di Lignano Sabbiadoro (Udine), scattando foto e girando video della loro serata. Al centro dell'obiettivo, sempre quel cartellino e quelle magliette dal contenuto discutibile.

Sui social ne è nato un botta e risposta feroce con quanti li contestavano, degenerato in insulti nei confronti delle ragazze che censuravano il loro comportamento e dei neri.

Su quanto accaduto sta indagando la Digos di Udine, istigazione a delinquere e incitamento all'odio razziale le ipotesi di reato. L'attività investigativa è agli inizi, e mira a precisare eventuali responsabilità penali o amministrative di un comportamento comunque censurabile.

Nel mirino anche il titolare del locale, il Kursaal, che si difende così: "Noi siamo parte offesa e danneggiata, ci rifaremo con richieste risarcitorie su questa congregazione di idioti", spiega il suo avvocato Vincenzo Cinque. Che poi precisa: "Le foto con le t-shirt non sono state scattate al Kursaal, ma forse risalgono a qualche giorno prima. Quanto alla prenotazione, sono in corso verifiche interne, ma il cartellino potrebbe anche essere stato realizzato dai ragazzi".

Gli esperti intanto si rivolgono ai genitori dei giovani: "Occorre tenere alta la guardia e non liquidare queste cose come se fossero ragazzate", dice Pina Rifiorati, presidente del Comitato pari opportunità dell'Ordine degli avvocati di Udine.

"Una vicenda inaccettabile, ma Lignano è altro da questo", afferma il sindaco Luca Fanotto. E Debora Serracchiani (Pd) parla di "vicenda inaccettabile", mentre il pentastellato Luca Sut denuncia una "deplorevole cultura sessista".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata