"Chiedo cortesemente di non essere accostato a personaggi come il signor Antonio Di Maio. Io non ho mai avuto incidenti sul lavoro in azienda e se si fossero verificati mi sarei preoccupato di curare il ferito nel miglior ospedale, non di nascondere il problema. Non ho capannoni abusivi, non ho dipendenti in nero, non dichiaro 88 euro di tasse. Aggiungo che sono agli antipodi dall'esperienza politica missina".

La vendetta è un piatto che va servito freddo. Lo sa bene Tiziano Renzi che forse aspettava da tempo un momento del genere. Ma ad essere accostato al padre del ministro Di Maio no, Renzi senior non ci sta.

"Ho preso l'impegno di vendere l'azienda e lasciare le mie attività, siamo in fase di verifica dell'interesse da parte di potenziali acquirenti e l'ultima cosa che voglio è vedere il mio nome accostato a personaggi che non conosco ma che da quel che vedo hanno un'idea di lavoro diametralmente opposta alla mia. E se avessi fatto io ciò che ha fatto il signor Di Maio, i Cinque Stelle avrebbero già chiesto sui social la reintroduzione della pena di morte".

Tiziano Renzi si è solo unito a quello che è un vero e proprio fuoco di fila per il ministro del Lavoro, a cui non poteva sottrarsi Sgarbi, che ha definito il vicepremier "capretta stitica".

"Per molto meno questa capretta stitica per anni dedita al parassitismo ha chiesto dimissioni ed epurazioni. Ora, se questa capra avesse un residuo di dignità e coerenza, se davvero fosse l'irreprensibile modello di onestrà che ha la pretesa di dare lezioni di morale a destra e manca, dovrebbe tornare cheta cheta in quel di Pomigliano d'Arco. Accompagnata dalle pernacchie degli stessi che hanno votato il ministro del Lavoro nero", ha scritto sul suo profilo Facebook il deputato di Forza Italia e critico d'arte.

(Unioneonline/L)
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