Non solo la Tav Torino-Lione. Ci sono anche la Gronda di Genova, la Pedemontana, il passante di Bologna e quello di Firenze.

Sono alcune delle grandi opere lasciate "in sospeso" perché il governo le vuole rivedere.

Prima di andare avanti l'esecutivo vuole effettuare un'analisi costi-benefici, anche se ovviamente per ogni opera, prima di avviarne la realizzazione, si fa una valutazione del genere.

Il governo Conte ha deciso di sottoporre tutte queste infrastrutture a una "revisione complessiva che contempli anche l'abbandono del progetto".

Tra le opere messe in discussione dal ministero delle Infrastrutture guidato da Danilo Toninelli ci sono anche il Terzo Valico (l'alta velocità ferroviaria ritenuta fondamentale per il trasporto delle merci che transitano dal porto ligure), il Mose di Venezia, la Tav Brescia-Padova, la nuova pista dell'aeroporto di Firenze e - spostandoci a Sud - la Sibari-Roseto in Calabria.

Le grandi opere "in sospeso" (Ansa Centimetri)
Le grandi opere "in sospeso" (Ansa Centimetri)
Le grandi opere "in sospeso" (Ansa Centimetri)

Sul tema però l'esecutivo ha due linee diametralmente opposte. E non solo sulla Tav Torino-Lione, a favore della quale sono scesi in piazza diversi esponenti della Lega contro lo stesso governo.

Le opere sono quasi tutte nel Nord Italia, e il Carroccio non ha certo intenzione di metterle in discussione. Le ritiene strategiche, e danno lavoro a diversi elettori della Lega.

Proprio oggi un nuovo scontro sulla Torino-Lione, con il ministro per il Sud Barbara Lezzi che di certo non le ha mandate a dire agli alleati di governo. "Quello che dice la Lega resta opinione della Lega. Come detto in fase di contratto, devono essere i numeri a decidere se conviene o no farla. Io resto contraria, e il denaro risparmiato da Tav non verrebbe messo in un cassetto, ma lo investiremmo in ponti, trasporti e strade".

Tranchant la replica di Matteo Salvini: "Io credo che quando si inizia un'opera, è bene portarla a termine".

E sulla vicenda è intervenuta anche Giorgia Meloni, per stuzzicare l'alleato di centrodestra: "Salvini decida se stare o meno con i 'signor no' dei 5 Stelle, noi sappiamo da che parte stare".

(Unioneonline/L)
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