"Non litighiamo, we are friends".

Queste le parole pronunciate dal premier Giuseppe Conte davanti ai giornalisti che hanno fotografato la stretta di mano con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker al suo ingresso a Palazzo Berlaymont per la cena di lavoro organizzata per distendere i rapporti tra Roma e Bruxelles.

Al centro della conversazione la manovra italiana, bocciata ufficialmente dalla Commissione nei giorni scorsi.

Ma il faccia a faccia non è stato risolutivo.

Come ha confermato Conte al termine. "È stato un incontro che ha ribadito, nel rispetto reciproco. l'apertura di un dialogo che dobbiamo tenere aperto nell'interesse reciproco", le parole del presidente del Consiglio.

Insomma, le trattative proseguono, nonostante sull'Italia si agiti lo spettro della procedura d'infrazione.

Prima del vertice erano trapelate voci sui possibili assi nella manica di Palazzo Chigi. Ovvero: le cifre sugli investimenti, i proventi dalle dismissioni, le simulazioni degli effetti sull'economia delle misure e riforme messe in campo dalla legge di bilancio, una revisione del target deficit-Pil, che dal 2,4 scenderà intorno al 2%. Ci sarebbe anche, secondo Repubblica, la promessa di dimezzare le risorse destinate a quota 100 e reddito di cittadinanza per aumentare il Pil.

Ma se e quanto le "argomentazioni" siano state convincenti al momento non è dato di sapere.

Conte nelle prossime ore è atteso all'Europa Building, per la Sessione di lavoro del Consiglio Europeo sulla Brexit. Anche questo sarà un momento importante per le sorti del nostro Paese, perché il premier cercherà di spiegare agli altri membri Ue, che in futuro dovranno approvare o meno l'apertura della procedura di infrazione, la ricetta economica del governo, nella speranza di annullare l'iter o almeno prendere tempo.

La situazione sui mercati intanto è delicata, con cali in Borsa che hanno già intaccato la ricchezza delle famiglie e i dati sullo spread che rischiano di annullare l'espansività della manovra.

Eppure, insiste Luigi Di Maio, quando la manovra sarà approvata definitivamente "i mercati capiranno". Per il vicepremier "non si tratta di fare la guerra all'Europa", ma di rispettare le promesse fatte agli elettori, e dunque "da parte nostra ci sarà il massimo dialogo, ma non possono chiederci di tradire gli italiani".

E mentre il commissario Ue Pierre Moscovici lancia segnali distensivi: ("La mia porta è aperta alle autorità italiane e sono fiducioso che possiamo concordare soluzioni condivise nell'interesse degli italiani e della zona euro"), Salvini a muso duro si è rivolto direttamente a Juncker: "Gli direi ci rivediamo tra un anno e vedremo se erano giusti i conti del governo italiano o quelli della commissione europea che nelle ultime 10 rilevazioni non ci ha preso per 9 volte".

Ancora Salvini ribadisce: il governo "chiede rispetto all'Europa. Dodici mesi di attenzione e sono convinto che l'Italia starà meglio".

(Unioneonline/D-l.f.)

LE PAROLE DI CONTE:

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