Un fascicolo di indagine, per ora a carico di ignoti, è stato aperto dalla Procura di Firenze con l'ipotesi di reato di estorsione agli Uffizi.

Il quadro di un pittore fiammingo, messo in salvo dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti durante la seconda guerra mondiale e poi trafugato da un soldato nazista, nei mesi scorsi è stato infatti offerto al museo per 500mila euro.

Il dipinto, in realtà, non può essere comprato, e questo perché, come spiega il "Corriere Fiorentino" che oggi ha dato notizia dell'inchiesta, fu trafugato e quindi sarebbe già di proprietà del museo. Da qui l'ipotesi del reato di estorsione.

I carabinieri del comando di tutela del patrimonio culturale, a cui è stata affidata l'inchiesta, hanno scoperto che quel quadro faceva, infatti, già parte di un gruppo di opere d'arte che furono nascoste nei primi anni '40 per non essere trovate dai nazisti in una località denominata La Montagnola.

Le indagini di archivio avrebbero quindi appurato che il quadro sarebbe poi finito nelle mani di qualche soldato tedesco che lo avrebbe illecitamente trasportato in Germania. Da 70 anni si sono infatti perse le tracce dell'opera d'arte fiamminga.

Quindi la proposta di acquisto, tramite un intermediario, al Polo Museale Fiorentino, per un valore oggi attorno al mezzo milione di euro.

Le indagini, confermate da fonti investigative, vanno avanti per capire chi sia il reale proprietario del quadro, e per capire innanzitutto come è riuscito a venirne in possesso.

(Unioneonline/v.l.)
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