La sottrazione di migliaia di libri antichi dalla Biblioteca dei Gerolamini costituisce "un brutale saccheggio del patrimonio culturale dell'Italia intera". Parole, quelle adoperate dal procuratore Giovanni Colangelo, pesanti come le accuse contestate a vario titolo nelle sei nuove ordinanze di custodia eseguite dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico: associazione per delinquere e peculato.

Per i magistrati all'interno della struttura ha agito un sodalizio capeggiato dall'ex direttore Marino Massimo De Caro, detenuto da mesi. I preziosi volumi custoditi nel complesso monumentale sono stati portati via dalla biblioteca, in molti casi danneggiati per cancellare i timbri e impedire che si risalisse alla provenienza, e immessi sul mercato internazionale dell'antiquariato. Quattromila i testi recuperati dagli investigatori, ma molti probabilmente non sarà più possibile rintracciarli.

Dagli sviluppi dell'inchiesta emerge il coinvolgimento del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, al quale De Caro regalò una decina di volumi, in parte restituiti dal parlamentare anche se manca ancora all'appello il libro forse più prezioso, una copia dell'Utopia di Tommaso Moro. Tra il direttore e l'esponente politico c'era una intesa, ha spiegato il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, che da circa un anno sta coordinando le indagini scaturite da notizie di stampa sulla sparizione di un migliaio di libri, portati via in gran parte nottetempo.

De Caro, in tutti gli interrogatori finora sostenuti, aveva sempre affermato che Dell'Utri non fosse a conoscenza della provenienza dei libri antichi. E' stato lo stesso Dell'Utri ad ammettere la circostanza e a restituire la gran parte dei volumi, fatti poi ritrovare nella Biblioteca di via Senato a Milano, da lui presieduta: tra questi una legatura cinquecentesca Canevari che pure gli era stata regalata da De Caro, nonchè un'edizione de Il Principe di Leon Battista Alberti, l'Artificium Perorandi di Giordano Bruno, il Clavis Artis Lullianae di Johann Heinrich Alsted. Era stato proprio l'esponente del Pdl a sponsorizzare la carriera di De Caro.

Lo ha confermato anche l'ex ministro per i Beni Culturali, Giancarlo Galan, interrogato dai pm come persona informata dei fatti. "Avverto tutta la responsabilità morale di aver eletto De Caro ad incarico così delicato" ha spiegato sottolineando che la nomina a consigliere del ministro (che secondo gli inquirenti gli avrebbe spianato la strada per la direzione dei Girolamini) gli fu sollecitata da Dell'Utri, "non appena nominato ministro".

Al vertice della struttura venne a trovarsi quindi quello che Melillo ha definito uno "spregiudicato trafficante antiquario" che si poneva "obiettivi di massima spoliazione, sistematico danneggiamento e feroce sfruttamento speculativo di uno dei più originali e importanti luoghi di sedimentazione del patrimonio librario e storico-artistico della Repubblica". Alcune ordinanze sono state notificate a indagati già detenuti o già chiamati in causa nel corso delle indagini: provvedimenti di custodia in carcere sono stati notificati a Stephane Delsalle, Maurizio Bifolco, Luca Cableri, Stefano Ceccantoni, Giuseppe Solmi: arresti domiciliari per don Sandro Marsano, ex Conservatore della biblioteca, al quale è contestato il concorso in peculato.
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