Prima è stata costretta dai genitori alle nozze combinate – con un matrimonio celebrato su una piattaforma social – poi è stata segregata in casa dal marito e dalla suocera. La ragazza, pakistana, residente a Sondrio, vittima anche di maltrattamenti e violenze, è stata liberata dai Carabinieri. Madre e figlio ora si trovano in carcere. Le accuse per entrambi sono sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. La coppia da alcuni anni risiedeva nel capoluogo della Valtellina, dove l'uomo faceva il magazziniere.

La ragazza è stata obbligata dai genitori a sposare il cugino all'età di 20 anni, senza mai averlo visto prima di persona. Dopo il lungo periodo di separazione forzata, nel mese di ottobre dello scorso anno si è trasferita a Sondrio, dove finalmente lo ha potuto incontrare ed iniziare con lui una difficile convivenza.

Da subito la coabitazione si è rivelata opprimente per via dell'assillante presenza della suocera, che l’ha costretta a una vita di privazioni e solitudine: le è stato proibito di imparare l'italiano ed è stata obbligata a svolgere solo faccende domestiche, con rari spazi di autonomia dove riusciva di nascosto a telefonare ai propri genitori in Pakistan. Avvisati i parenti in Asia, grazie a un contatto in Italia, sono riusciti a chiamare i Carabinieri che hanno restituito la libertà alla giovane sposa.

(Unioneonline/v.f.)

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