"Nel mio caso non ci fu violenza in termini fisici, ma ho sempre sottolineato la violenza psicologica insensata: siamo stati più di dieci ore di notte in Questura, tenuti come dei mafiosi che cercavano di sfuggire alle loro responsabilità. In realtà stavano facendo un buco nell'acqua".

Raffaele Sollecito - assolto in via definitiva insieme ad Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher avvenuto nel 2007 - torna a parlare del caso all'indomani della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato l'Italia a versare 18.400 euro all'ex studentessa americana per violazione del suo diritto alla difesa.

Il tribunale non ha trovato prove a proposito dei "trattamenti inumani" denunciati dalla Knox.

"Dimostrare che ci siano stati maltrattamenti in Questura è difficile. Io su questo non posso dire niente, quando fui interrogato Amanda era lontana da me", ha commentato Sollecito.

La sua ex fidanzata sarebbe stata "spaventata da investigatori che non hanno saputo fare il loro dovere e che si sono innamorati di una teoria che non aveva riscontri nella realtà".

Sollecito lavora come ingegnere informatico e da un mese vive in Francia.

"Ormai le mie immagini non vanno in onda molto spesso, neppure in Italia mi riconoscono spesso per strada. Quando ho a che fare con le persone, c'è chi ha seguito di più il processo ed è più empatico e chi continua ad avere dubbi e pregiudizi", ha dichiarato.

Ha poi concluso affermando di essere ancora in contatto con Amanda Knox: "Ci parliamo e sentiamo per messaggio".

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata