Con le leggi attuali è punita troppo severamente la vittima di maltrattamenti che reagisce uccidendo il familiare che la perseguita?

Se lo chiedono i giudici di Cagliari e di Torino, sottolineando il «paradosso» che questo accade proprio in forza di una norma del Codice Rosso, che doveva assicurare una maggiore tutela alle vittime di violenze domestiche, ovvero il nuovo articolo 577 del codice penale che impedisce di far prevalere le attenuanti generiche e quella della provocazione nei casi di omicidio aggravato dal vincolo di parentela.

Per questo, la Corte d'assise di Cagliari e la Corte di assise d'appello di Torino – che, come detto, ritengono la nuova formulazione in contrasto con più principi costituzionali –hanno portato il caso davanti alla Consulta.

Nell’udienza della Corte costituzionale c'è stata la discussione in udienza pubblica nella quale l'avvocatura generale dello Stato, in rappresentanza di Palazzo Chigi, ha chiuso la porta a qualsiasi intervento sulla norma del Codice Rosso, chiedendo di dichiarare le questioni sollevate illegittime o infondate.

«Per il presidente del Consiglio il Parlamento ha esercitato la sua discrezionalità nel regolamentare il reato che l'ordinamento considera più grave dopo la strage», ha detto l'avvocato generale Salvatore Faraci, ricordando che nel 2019 il Parlamento approvò «quasi all'unanimità», il Codice Rosso, con l'inasprimento delle pene, come risposta all'aumento degli omicidi familiari e di genere, tutt'ora in corso. E accusando i giudici di volere entrare nelle scelte del legislatore.

A parlare per primi sono stati i difensori degli imputati al centro dei casi giudiziari su cui si devono pronunciare i giudici di Cagliari e Torino, gli avvocati Luca Salvatore Pennisi e Federico Squartecchia concordi nel ritenere che il divieto così rigido introdotto in tema di attenuanti porti a condanne sproporzionate e ingiuste in contrasto con il principio della proporzionalità della pena.

Pennisi difende un uomo di 67 anni che ha ucciso la moglie alcolizzata e sofferente di disturbo bipolare e che negli anni aveva messo in atto comportamenti autolesionistici e aggressivi verso il marito, la figlia e il nipotino.

La Corte d'assise di Cagliari vorrebbe riconoscergli l'attenuante della provocazione e le attenuanti generiche per le difficili condizioni vissute prendendosi cura della moglie, ma la legge lo impedisce e non consente di infliggergli meno di 21 anni di reclusione.

I due casi di Torino sono invece quelli di ad Alex Pompa, che a 18 anni nel 2020 a Collegno (Torino) tolse la vita al padre per proteggere la madre nel corso dell'ennesimo litigio e di Agostina Barbieri, che nel 2021, a Borghetto Borbera, in provincia di Alessandria, strangolo' il marito, Luciano Giacobone, dopo essere stata ancora una volta malmenata. Tutti e due, senza attenuanti , rischiano una condanna a 14 anni.

Al termine dell'udienza pubblica, in cui sono state discusse anche altre cause, i giudici sono entrati in camera di consiglio.

(Unioneonline/l.f.)

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