No. Cuba non è la Bodeguita de el medio. Cuba è anzitutto Baracoa, la città più antica, una perla struggente della parte sud orientale dell'isola. In cui il tempo si è fermato, dove nel lungomare meraviglioso, pieno di case colorate, si odono solo i rumori dei calessi e mangiare gustoso pesce fresco costa poco.

Inoltre si possono fare incontri interessanti, come quello con Nora Daisi Artimes, un'anziana donna straordinaria, combattente rivoluzionaria, riservata e intelligente. Che esprime ancora il suo orgoglio.

Nora, la ex rivoluzionaria (foto Tellini)
Nora, la ex rivoluzionaria (foto Tellini)
Nora, la ex rivoluzionaria (foto Tellini)

POPOLO SOLIDALE E GENEROSO – "Abbiamo problemi - dice Nora - ma ce la caveremo. Siamo un popolo solidale e generoso, ma anche patriottico. Nessuno può conquistarci. Chi nel caso vorrebbe invaderci può entrare, ma ne uscirà con la cassa da morto".

Sembrano parole tratte da un film di Sergio Leone, ma sono tipiche del sentimento nazionalistico dei cubani.

Baracoa, la città di Nora, è collegata col resto del mondo attraverso una delle strade più belle del pianeta: la Farola. Che scavalca le montagne selvagge e lussureggianti e porta il viandante al capoluogo di provincia: Guantanamo. Si, la città della base americana. Inaccessibile, spaziosa e totalmente avulsa dal contesto.

Giocatori di domino a Guantanamo (foto Tellini)
Giocatori di domino a Guantanamo (foto Tellini)
Giocatori di domino a Guantanamo (foto Tellini)

Le strade di Guantanamo sono ordinate, pulite e squadrate. Nel pomeriggio inoltrato nei marciapiedi si possono vedere le accanite sfide di domino e di scacchi. Se si porge attentamente l'orecchio si sentono scandite le note del Changui, l'antica musica degli schiavi che coltivavano la canna da zucchero. La suonano dal vivo autentici professionisti,  mente la città cerca di riprendersi economicamente dalla pandemia. C'è infatti crisi.

L’EMBARGO – "Abbiamo passato momenti brutti, ma ci stiamo risollevando - spiega Marielis Fuentes Oguendo, una donna a capo del dipartimento ideologico provinciale del partito comunista cubano -. Qua il problema principale è uno solo: il Bloqueo, l'embargo imposto dagli americani dopo la rivoluzione. Anche la maggioranza dei cubani pensa questo".

62 anni di embargo pesano infatti come macigni sul popolo, a volte per questo privo di medicinali e costretto anche a code per i generi di prima necessità. Eppure si resiste. Anche a Santiago, la seconda città di Cuba. A due ore di macchina da Guantanamo. Santiago, la culla della rivoluzione, la seconda città di Cuba, che ha ancora la ribellione del sangue. Vivace e combattiva come uno dei suoi eroi: Frank Pais, una figura di prim'ordine nella rivoluzione, di cui gettò i semi. Un martire trucidato dagli uomini di Fulgenzio Batista nel 1956, a soli 22 anni.

Ballo Conga (Santiago)
Ballo Conga (Santiago)
Ballo Conga (Santiago)

Santiago è anche la città dove nel monumentale cimitero di Sant'Ifigenia riposano le ceneri del leader maximo della rivoluzione: Fidel Castro Ruz. Checché ne dicano gli occidentali ancora molto amato dalla sua gente. Che si arrabatta in mille problemi quotidiani e cerca di andare avanti, grazie ai sussidi del Governo e alla Sanità e Istruzione totalmente gratuite. Un'autentica eccezione in tutte le Americhe, Stati Uniti compresi.

Ragazzini che giocano a pallone al barrio Asuncion di Santiago (foto Tellini)
Ragazzini che giocano a pallone al barrio Asuncion di Santiago (foto Tellini)
Ragazzini che giocano a pallone al barrio Asuncion di Santiago (foto Tellini)

NIENTE ENERGIA ELETTRICA – A Santiago manca spesso la corrente elettrica. Il petrolio, a causa del Bloqueo, non basta. Il Venezuela di Nicolas Maduro è il principale fornitore di combustibile. Le notti nelle eterne estati santiaguere sono davvero calde: il popolo soffre, senza energia elettrica per i ventilatori. Nella calle, al barrio Asuncion o alla Ceiba, i ragazzini giocano a pallone, sognando di essere Messi e Ronaldo. Lo sport nazionale è il baseball, ma il calcio si espande a macchia d'olio. Los Diablos Rojos di Santiago sono da due anni i campioni di Cuba. Disputano le partite casalinghe nel sintetico del Comunale. Dove  spesso gioca la nazionale, che alloggia nello splendido hotel coloniale Casa Granda, al centro della citta. In cui si svolge uno dei carnevali più belli del mondo e si balla (a migliaia nelle strade) la Conga, una sfrenata danza popolare di origine africana, al ritmo di grandi tamburi.

Anche a Santiago c'è una grande ospitalità. E iniziale diffidenza verso i giornalisti stranieri.

"Molti di loro hanno dato un'immagine distorta di Cuba - afferma René Berenguer Rivera, segretario generale dei sindacati della provincia di Santiago -. Chiediamo che invece aiutino Cuba nell’eliminazione del Blocco imposto dagli Stati Uniti. Affinché anche noi potremo avere un'economia più prospera".

Ismael Drullet, capo dei sindacati di Cuba (foto Tellini)
Ismael Drullet, capo dei sindacati di Cuba (foto Tellini)
Ismael Drullet, capo dei sindacati di Cuba (foto Tellini)

MEDICI E UMANITÀ – Nonostante il Bloqueo Cuba invia medici in tutto il mondo, anche in Italia, Paese che ha appoggiato l'embargo, ma che nelle ultime votazioni all’Onu si è dissociata.

 Sono centinaia i medici cubani che operano nella nostra Penisola. Specialmente contro il Covid, nella cui cura i medici cubani sono stati sin dall'inizio dei maestri, riuscendo inoltre a produrre autonomamente cinque vaccini.

"Malgrado il blocco quasi disumano a cui siamo sottoposti da oltre 60 anni - spiega il dirigente medico Gustavo Frometa - Siamo sinceramente umanitari e solidali anche con i Paesi che vi aderiscono". Il Covid a Cuba è rigidamente sotto controllo da tempo e le perdite di vite umane sono state nulle se comparate a quelle dei paesi occidentali.

LA CAPITALE – La Habana, la capitale, in cui trafficò persino Giuseppe Garibaldi, è dalla parte opposta dell'isola e si può raggiungere agevolmente con la compagnia di pullman nazionale Via Azul. Tappa obbligata Santa Clara, a 300 chilometri dalla capitale, dove si svolse la battaglia decisiva della Rivoluzione, che spianò ai Barbudos la discesa trionfale. A Santa Clara riposano in un bellissimo mausoleo le spoglie di Ernesto Che Guevara della Serna, detto il Che. "Non ci sono solo quelle del grande leader argentino - precisa la giovane direttrice del Mausoleo - ma anche quelle di altri valorosi combattenti morti con lui in Bolivia".

Santa Clara è una delle città meno care di Cuba, in cui una bottiglia di buon vino spagnolo non costa più di 2 euro. Da Santa Clara la Habana appare all'improvviso in tutto il suo fulgore di città coloniale. Si arriva facilmente al lungomare meraviglioso chiamato Malecon, con gli splendidi barri attigui: il Vedado e la Habana Vieja. Che brulica di locali.

Spostarsi è molto facile. Con un po' di esperienza si può farlo quasi gratis, tramite i mezzi pubblici. Alloggiare in una casa particular costa non più di 20 euro al giorno. Le notti sono affascinanti: locali per tutti i gusti, in un'atmosfera irripetibile: sensuale e coinvolgente. Di giorno il pueblo è indaffarato in mille faccende: lavoro e commercio. La polizia e il partito vigilano. Ed i traffici illegali, come quelli di droga, sono intollerabili. Si rischiano 20 anni di galera, senza sconti di pena.

Lungomare Baracoa (foto Tellini)
Lungomare Baracoa (foto Tellini)
Lungomare Baracoa (foto Tellini)

Come in tutta Cuba è presente il doppio sistema monetario: in pesos e in MLC (moneta libera convertibile), dove si paga in dollari e in euro. Un sistema adottato dal Governo per rimpinguare le sue casse.

IL VENTO DELLA CONTRORIVOLUZIONE – Dalla vicina Miami e dalla Florida, residenza di esuli cubani, soffia il vento della controrivoluzione. A luglio del 2021 ci sono stati disordini. Anche a La Habana. "Atti vandalici finanziati dalla Cia - afferma Ismael Drullet, uno dei più influenti sindacalisti di Cuba, fedelissimo di Raul Castro e del presidente della Repubblica Miguel Diaz Canel - Ma in 11 ore tutto il Paese era sotto controllo, anche per merito di migliaia di lavoratori, scesi in piazza a difendere la Rivoluzione".

Il presidente Miguel Diaz Canel in quell'occasione disse agli insorti: "Dovranno passare sul mio cadavere". Una frase rimasta agli annali.

Ora per Cuba sono tornati tempi difficili. Il ciclone Ian ha violentato soprattutto Pinar del Rio. Mandando in tilt il sistema elettrico di Cuba.

Altri disagi per un popolo mai domo, che meriterebbe maggior considerazione da parte del più ricco Occidente, che dovrebbe chiedersi una volta per tutte quale sia il senso di un embargo che dura da 62 anni e si accanisce contro 11 milioni di persone che non hanno nessuna colpa.
 

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