L’antro della Sibilla cumana, vicino a Napoli. Il Lacus Curtius, nel cuore del Foro Romano. La caverna di Ade, a Capo Matapan, in Grecia. Il cancello di Plutone si trova a Denizli, in Turchia. Sono tante, nel mondo, le porte che secondo le antiche dicerie permettono di accedere all’inferno. E uno di questi magici accessi è presente anche nelle leggende di Sardegna. Stiamo parlando della Perda ‘e Liana, nel territorio di Gairo

Si tratta, spiega il sito della Regione “Sardegna Turismo”, di una «formazione rocciosa dichiarata monumento naturale nel 1993. Il particolare ‘monte’, detto taccu o tonneri in sardo, spicca nel territorio di Gairo Sant’Elena: è il maggiore testimone dell’azione erosiva degli agenti climatici, durata decine di milioni di anni, su un’estesa copertura calcarea dell’Ogliastra al confine con la Barbagia di Seulo. L’erosione ha progressivamente isolato la “torre” e modellato la sua base. È il più alto (1293 metri) fra i numerosi tacchi ogliastrini, propaggine settentrionale dell’altopiano del Tonneri, distante circa due chilometri, cui si raccorda con la sella di s’Arcu ‘e su Pirastu Trottu. Forse, in epoca remota, costituivano un’unica cresta montuosa».

Un tempo fu luogo di raduno di popolazioni nuragiche. Ma, come detto, secondo i racconti della tradizioni, presso la Perda ‘e Liana si troverebbe un varco per poter accedere al mondo degli inferi.

(Unioneonline/l.f.)

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