Una carrellata di opere davvero suggestive è quella proposta dalla Kunsthal di Rotterdam nella rassegna "Hyperrealism Sculture", con 35 interventi scultorei realizzati da 28 artisti che alzano il sipario sulla terza dimensione e sulle potenzialità ad essa connesse.

Fra le opere di maggior impatto visivo quelle realizzate da Ron Mueck, artista australiano noto per le sue statue gigantesche costruite in materiali polivinilici, intonaco e resina.

Ogni sua rappresentazione è realizzata in tempi quasi biblici, con una maniacale ricerca della perfezione, e il risultato non manca di lasciare il pubblico a bocca aperta.

Il racconto visivo della mostra prende il via dagli anni Sessanta, epoca in cui artisti del calibro di Duane Hanson, John DeAndrea, Paul McCarthy e Daniel Firman diedero vita a sculture in scala 1:1, replicando la fisicità umana attraverso l’uso di tecniche e materiali complessi.

Nel lavoro degli artisti degli anni Novanta, fra i quali, accanto a Ron Mueck, anche Marc Sijan e Sam Jinks, c’è invece una particolare attenzione alle proporzioni, con la scelta di ridurre o aumentare drasticamente le dimensioni delle proprie figure. Le conseguenti distorsioni percettive hanno trovato terreno fertile nella poetica di Evan Penny, Patricia Piccinini, Tony Matelli e Berlinde de Bruyckere, mentre artisti come Maurizio Cattelan, Robert Gober, John Davies e Peter Land hanno scelto di concentrarsi sulle singole parti del corpo.

La mostra sarà aperta fino all’1 luglio.

(Unioneonline/v.l.)
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