Se amate il "giallo" classico, quello con uno o più delitti, un gruppo nutrito di sospettati, decine di indizi che alla fine non fanno mai una prova sicura, momenti di suspense ma anche dialoghi brillanti e ricchi di humour inglese allora il tempo libero dell'estate è proprio il momento migliore per mettere o rimettere mano a uno dei tanti romanzi scritti dalla grande Agatha Christie (1890-1976).

Certo, la scelta del titolo non è facile perché la scrittrice inglese ci ha regalato decine di libri da antologia oltre a personaggi indimenticabili come il raffinato Poirot e l'amabile e infallibile Miss Marple. Se però volete regalarvi un vero gioiello della letteratura poliziesca allora il vostro libro è "Dieci piccoli indiani", conosciuto anche con il titolo "…E poi non rimase nessuno", pubblicato nel 1939 (in Italia uscì nel 1946 per la classica collana Il Giallo Mondadori) e ad oggi il romanzo giallo più venduto della storia con oltre centodieci milioni di copie.

A che si deve questo successo che dura da quasi ottant'anni? Prima di tutto alla modernità della Christie nel rivoluzionare i canoni del genere poliziesco. Nel romanzo manca un eroe oppure un'eroina e manca un investigatore deputato a risolvere il caso. Tutti i protagonisti del libro, invece, sono allo stesso tempo possibili vittime, possibili assassini, possibili detective.

LA TRAMA - La grande giallista britannica, infatti, immagina un gruppo eterogeneo di dieci persone che non si conoscono tra loro e che si ritrovano in una grande casa su un'isola disabitata. A convocarli, ognuno con un pretesto diverso, è stato il misterioso signor Owen che però non si presenta al loro arrivo. Al suo posto solo una registrazione audio che accusa ognuno dei presenti di essere sfuggito alla giustizia per un delitto commesso in precedenza. La voce registrata annuncia inoltre ai dieci che moriranno secondo le modalità narrate in una antica filastrocca chiamata "I dieci piccoli indiani". Dopo poco cominciano i delitti e la filastrocca diventa una sorta di nenia magica e onirica capace di ipnotizzare i protagonisti del romanzo ma anche i lettori in una vera e propria ragnatela di dubbi, sospetti, accuse e menzogne.

La storia, infatti, è costruita come una sorta di labirinto in cui anziché trovare vie d’uscita anche il lettore più dotato di intuito investigativo perde l'orientamento, non sa più di chi fidarsi e per chi parteggiare, in un crescendo di tensione che la Christie riesce mirabilmente a tenere alto fino alle ultimissime battute.

Insomma "Dieci piccoli indiani" è un meccanismo giallo pressoché perfetto oltre che un grande romanzo sulla natura umana e i suoi abissi, e sui grandi dissidi in cui tutti a nostro modo ci dibattiamo: quello tra verità e falsità, tra giustizia e crimine e, sopra di tutti, quello tra il bene e il male che albergano in ognuno di noi.
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