Tuttofare, pratici, social e addirittura simpatici come personaggi dei cartoon: i robot fanno sempre più parte della nostra vita e sono pronti a conquistare nuovi spazi.

Aziende come Amazon e Wallmart hanno, per esempio, automatizzato parte dei loro processi lavorativi e gli automi scorrazzano per le nostre case sotto forma di aspirapolvere e tagliaerba.

Sembra quindi realizzarsi quanto scritto da Bill Gates in un articolo di una decina di anni fa: "Immagino un futuro nel quale i dispositivi robotici diventeranno quasi onnipresenti nella vita quotidiana".

È questo il grande cambiamento degli ultimi anni: gli apparecchi automatizzati non sono più patrimonio dell’industria, della medicina e delle imprese spaziali. Ma ci accompagnano della nostra routine e sono sempre più realistici.

Siamo nell’epoca della biorobotica e, oramai, esistono diversi tipi di robot: dagli insetti, ai cani, ai gatti ai cavalli.

L’obbiettivo delle industrie è chiaro: vendere al grande pubblico e fare diventare questi moderni macchinari parte della nostra vita al posto di animali in carne e ossa.

La frontiera più recente, però, è quella della robotica umanoide, i "companion" detti anche social o family robot.

Impianti sempre più sofisticati, progettati e realizzati per migliorare la nostra vita.

Protagonisti di una vera e propria rivoluzione già in atto come ci racconta Enrica Battifoglia, giornalista scientifica dell’Ansa e autrice del libro "I Robot sono tra noi "(Hoepli, 2016, Euro 12,90, pp.130. Anche EBook).

Che cosa succederà in futuro?

Nei prossimi anni saranno messi in commercio robot con testa, braccia e ruote al posto delle gambe, ma soprattutto capaci di comunicare vocalmente oppure attraverso un display. Congegni in grado di acquisire un gran numero di istruzioni, programmati con delle app apposite e collegati in rete con il wireless.

Quali funzioni svolgeranno?

Possiamo immaginarli come smartphone con le braccia in grado di assistere anziani sollevando gli oggetti pesanti o ricordando loro di assumere i medicinali o somministrandoli direttamente.

Robot che riconoscono i volti e le voci dei membri della "loro" famiglia e che possono intrattenere i bambini, raccontando fiabe, ma anche ricordare appuntamenti e date, gestire la messaggistica, fare foto e video.

È vero che questi automi saranno non solo sempre più sofisticati, ma anche sempre più a portata di portafogli?

I nuovi apparecchi sono studiati per aumentare il loro bagaglio di informazioni in base alle istruzioni date dai proprietari e al collegamento in rete con altri automi dello stesso tipo. E diventano sempre più concorrenziali nel prezzo.

Fino a pochi anni fa un robot umanoide poteva costare centinaia di migliaia di euro, oggi invece si punta a creare modelli molto sofisticati al prezzo di un’utilitaria e già si pensa a fornirli in leasing.

Come si è arrivati ad abbattere i costi

È la conseguenza del fatto che le tecnologie legate alla miniaturizzazione e le materie plastiche con cui vengono costruiti i robot sono oggi più economiche.

Insomma, il mercato si sta evolvendo rapidamente come è accaduto per gli smartphone, un tempo costosissimi, oggi disponibili per tutti.

Cosa rimarrà dell’uomo?

Toccherà agli esseri umani decidere che atteggiamento tenere nei confronti dei robot con cui passano la quotidianità. Ci vorrà prudenza.

È necessario non dimenticare mai che anche se sono simpatiche, se ci "parliamo" assieme sono macchine, qualcosa di molto diverso da noi.

Si dovrà diffondere una nuova educazione nel rapporto con questi strumenti che ci affascinano e allo stesso tempo ci preoccupano anche perché capaci di sostituirci in molte attività.

Non ci sarà più spazio per il lavoro umano?

È vero che molti impieghi spariranno ma, secondo molti esperti, ci sarà bisogno di sempre più persone per gestire queste nuove tecnologie, creare le app, studiare i materiali, smaltire quelli di scarto.

Nasceranno nuove possibilità lavorative a mio parere.

Roberto Roveda

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