Se ne stava adagiata sul fondo del mare di Capo Spartivento, già imbragata e pronta per essere rubata.

Una grossa anfora di epoca romana è stata recuperata nel mare di Chia, grazie all'intervento provvidenziale del proprietario del "Diving center Chia Laguna", Davide Morelli, che ha notato il reperto durante un'immersione.

IL REPERTO - L'anfora, 80 centimetri d'altezza e del peso di circa 20 kg, destinata a finire sul mercato clandestino dei reperti archeologici, fortunatamente è stata recuperata bloccando sul nascere l'iniziativa di qualche contrabbandiere senza scrupoli.

"L'abbiamo individuata a una profondità di circa 40 metri - racconta Davide Morelli - adagiata sul fondo e legata a una corda: evidentemente qualcuno aveva organizzato per tempo di portarla via. In queste acque può capitare, non è un fatto insolito dal momento che operano diversi diving abusivi e l'anfora potrebbe essere stata individuata durante un'immersione".

I TESORI DI CHIA - Una scoperta non sorprendente, quella fatta nelle acque di Chia: la zona, infatti, come avvenuto lo scorso inverno nella spiaggia di Sa Colonia, restituisce spesso preziosi reperti.

"L'area della zona archeologica continua a crescere - spiega il sindaco, Concetta Spada - oggi sappiamo che l'antica città di Bithia si estendeva dai piedi della torre di Chia, dove troviamo l'acropoli, sino alla spiaggia di Sa Colonia, in cui era situata la necropoli. Sono anni ormai che nella zona vengono condotte campagne di scavo: grazie a un nuovo finanziamento di 540mila euro, a fine estate partiranno nuovi lavori".

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