Gli imprenditori romani Stefano Ricucci e Mirko Coppola sono stati arrestati questa mattina dalla Guardia di finanza della capitale.

Sono accusati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti al fine di ottenere un'ingente liquidità finanziaria.

Nell'ambito della stessa indagine della Procura di Roma sono indagate altre 10 persone tra cui anche un giudice: si tratta di Nicola Russo, magistrato del Consiglio di Stato e componente della Commissione tributaria regionale.

Il legame tra Russo e Ricucci emerge dalla richiesta dal pm: "È altamente probabile - si legge - che Russo sia stato indebitamente retribuito da Ricucci in cambio della indebita rivelazione e/o dello sviamento della decisione in favore della società del gruppo Magiste".

"Depongono in tale senso - prosegue la richiesta - l'acquisizione di una ingente somma in contanti da parte di Ricucci nel periodo della decisione; gli acquisti di un'auto e di un immobile effettuati da Russo immediatamente dopo la sentenza; la presentazione da parte di Ricucci, del Russo e di una donna presso l'hotel Valadier dove i due (Russo e la donna) hanno soggiornato senza essere registrati e pagando in contanti con fattura emessa a nome di un'altra persona; e lo smodato tenore di vita del Russo".

A "incastrare" l'immobiliarista sono state le dichiarazioni del commercialista di Mirko Coppola, Luca De Filippo, che in tre interrogatori ha spiegato come funzionava il giro delle fatture false.

Nel corso dell'operazione relativa all'inchiesta, sono state effettuate 40 perquisizioni tra Lazio, Lombardia e Campania.
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