I puristi e le persone prive di fantasia si astengano da qualsiasi commento. C’è un nuovo bronzetto in città. Ha viaggiato nel tempo, fino a vestire i panni metallici di una icona sacra. Nei giorni scorsi il bosco Seleni di Lanusei ha assistito al più bizzarro degli eventi nella sua millenaria storia Tra i lecci, accanto alle tombe dei giganti, sono comparse tre strane creature. Un piccolo arciere dal corpo di penna, con tanto di tappo copricapo, un suo ossidato simile recante due scudi circolari, un terzo guerriero pronto alla battaglia. Valerio Pisano, 54 anni di Lanusei, è un serissimo burlone. Il suo Bic bronzetto è l’ultima declinazione dell’oggetto feticcio dell’artista. Una storia cominciata disegnando penne Bic con penne Pic e proseguita in mille rivoli.

“L’arciere, realizzato grazie all’aiuto di Andrea Loddo con la tecnica nuragica della fusione a cera persa, è il coronamento di un sogno. L’evoluzione, l’ultima fase. La bidimensionalità di un oggetto che ha preso vita, si è fatto animato con i balli, vestito di costumi. È un tornare alle origini, migliaia di anni indietro, per andare avanti, verso nuovi progetti”. La sua penna ha sostituito la Gioconda e San Sebastiano, ha ballato il ballo sardo, è finita su oggetti e cravatte. Sarà l’unica protagonista di una stanza in cui ogni singolo oggetto è un tappo di penna disegnato, con la passione della prima volta. E nel libro dei sogni c’è una scuola, in un paese lontano, marchiata di inchiostro e solidarietà.

Is Barras

Valerio ha passato una vita dietro le sbarre inn qualità di agente di polizia penitenziaria. Dalla sua esperienza è nato il progetto Is Barras.

“Per me è stata un’ancora di salvezza, legata alla struttura, il vecchio carcere di Buoncammino, dove io ho lavorato. Ho dovuto inventare qualcosa di artistico per poter andare avanti e rendere quell’inferno più sopportabile”. Tutto quel che restava dell’inferno l’ha catalogato con maniacale bravura. 

Quando Buoncammino ha chiuso Pisano ha chiesto le autorizzazioni per raccogliere immagini e filmati prima che la struttura cambiasse la destinazione d’uso. “Ho costruito dei pannelli di grandi dimensioni facendo dei collage. Le foto dei portoni di tutte le celle sono diventati in un mosaico il simbolo del volume sul sistema operativo windows, “come se volesse divulgare il suo suono”. Quindi in un filmato ha montato le immagini dell’istituto abbandonato con i suoni di vita reale registrati quando la struttura era aperta. La geniale follia di chi ha vissuto le storie del carcere e degli uomini che ci hanno vissuto. “Questo progetto è in attesa di un padrino istituzionale. è un dono che io vorrei fare alla città di Cagliari”. 

Nel suo futuro c’è un salto fra le stelle, fino alla costellazione di Orione, con una caffettiera come mezzo di locomozione. Curioso come il carburante sia un prezioso ricordo che si farà arte. Sempre Bic ma non solo Bic. “Non voglio fossilizzarmi per le penne, è solo la serie più fortunata. Farò quello che ho sempre fatto, qualsiasi cosa mi passi per la mente”. 

La passione per questa penna Pisano l’ha fin da bambino. Disegnava e scarabocchiava. Nel tempo la celebre penna è diventato il feticcio del suo percorso artistico. Ha preso la forma delle grandi opere d’arte, è stata oggetto di analisi di laboratorio. La prima volta fu nelle patrie galere di Sassari, dove si trovava, sempre in qualità di secondino, non di mariuolo.

Pisano scarabocchiò una penna su un foglio, un collega medico tentò di afferrarla, ingannato dal disegno. «In quel momento ho pensato di poterla

fare molto meglio». Da allora e per tre anni Pisano non ha fatto altro che disegnare Bic usando le Bic. Ha consumato migliaia di bic dando vita ad altrettanto creature di inchiostro. I progetto negli anni si è evoluto, anche con l’aiuto della tecnologia, fino a decidere di tornare indietro, nel cuore verde del paese. C’è un nuovo bronzetto in città, ma nessuno si senta in pericolo.

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