Un borgo di 1500 anime e tanti big del teatro italiano che si alternano negli anni, a dispetto delle varie crisi che scarnificano i piccoli paesi. Meana Sardo, lontano dalle ribalte e dai circuiti più gettonati, può vantare una tradizione ormai ben radicata. Ogni anno diversi spettacoli scandiscono un cartellone che ha il suo bel richiamo per gli appassionati del Mandrolisai e del vicino Sarcidano anzitutto, ma anche di Nuoro, Sassari e Cagliari, perché qui approda il fior fiore degli artisti italiani. Il teatro San Bartolomeo, che porta il nome del patrono del paese, è di per sé un palcoscenico speciale che illumina d’arte un territorio affascinante e appartato.

La sala del San Bartolomeo (foto L. C.)
La sala del San Bartolomeo (foto L. C.)
La sala del San Bartolomeo (foto L. C.)

Pareti bianche, un crocifisso al centro, proscenio incorniciato di colore porpora, 270 posti distribuiti tra sedie basculanti in legno, acquistate da un vecchio cinema romano: il locale qui non ha nessuno nome altisonante. Per i residenti è semplicemente “il salone”. E tanto basta per rinviare a tempi lontani quando negli anni Settanta, per volontà dell’intraprendente parroco don Delio Cabiddu e grazie a tante donazioni, viene avviata questa realtà culturale, aperta a una varietà di eventi. Non mancano, certo, i raduni dell’Azione cattolica e tutte le celebrazioni religiose quando la chiesa viene chiusa per restauro, ma trovano spazio anche film, concerti, sfilate di moda, convegni, presentazioni di libri. Il cineteatro sta al piano terra di un edificio dove, per iniziativa dello stesso sacerdote a cui è dedicata la piazza del paese, decolla una maglieria che impiega 25 donne e sforna magliette per le squadre di calcio, del Cagliari, del Torino, della Lazio. L’attività si spegne agli inizi degli anni Novanta, più o meno lo stesso periodo in cui il “salone” diventa teatro San Bartolomeo e punta molto sulle rassegne di prosa.

Il passaggio avviene grazie alla determinazione di Bartolomeo Muggianu che sogna di portare a Meana Sardo l’estro creativo di Gigi Proietti, unico big che invece non riuscirà a metterci piede per via degli spazi ristretti. Muggianu non è solo, guida l’associazione culturale S’Andala che dal 1991 è in prima linea nell’organizzare le rassegne con la collaborazione fondamentale del Cedac, il Circuito multidisciplinare dello spettacolo dal vivo in Sardegna, presenza ancora oggi irrinunciabile. Il locale resta parrocchiale, dato in gestione a S’Andala, associazione ormai storica che diventa un solido punto di riferimento. 

Enrico Beruschi con i rappresentanti dell'associazione S'Andala negli anni Novanta (foto concessa)
Enrico Beruschi con i rappresentanti dell'associazione S'Andala negli anni Novanta (foto concessa)
Enrico Beruschi con i rappresentanti dell'associazione S'Andala negli anni Novanta (foto concessa)

In più di trent’anni su questo palcoscenico si vedono Franca Valeri, Paola Borboni, Paola Quattrini, Paola Pitagora, Anna Mazzamauro, Lucrezia Lante della Rovere, Tullio Solenghi, Enrico Beruschi, Alessandro Gassman, Gianmarco Tognazzi, Lella Costa, Beppe Severgnini. E molti altri ancora. Per tutti l’accoglienza è calorosa. Spesso succede che per la prima dello spettacolo venga giù la neve, quasi a portare un tocco di magia in questo scrigno di sorprese. Nei camerini gli attori, soprattutto nelle serate gelide, trovano mirto e acquavite per rifocillarsi e al termine dello spettacolo c’è la tappa in pizzeria con gli organizzatori che fanno gli onori di casa. Una dimensione quasi familiare, che suscita l’apprezzamento degli interpreti.

Lella Costa firma autografi al termine dello spettacolo (foto L. C.)
Lella Costa firma autografi al termine dello spettacolo (foto L. C.)
Lella Costa firma autografi al termine dello spettacolo (foto L. C.)

«Il teatro è entrato nel dna dei meanesi che aspettano ogni anno la rassegna. Gli attori si trovano molto bene, si sentono a loro agio perché trovano un pubblico numeroso e appassionato. Si meravigliano appena arrivano perché vedono un paese deserto e poi una sala che magicamente si riempie», dice Luigi Cadeddu, operatore del teatro e collaboratore del Cedac.

«Teniamo a questa attività, soprattutto nel periodo invernale. La struttura è vecchia ma funziona ed è a norma. Il richiamo di nomi importanti è un punto a nostro favore, la gente viene anche da Sassari e Cagliari per vedere lo spettacolo», sottolinea il sindaco Salvatore Marras. «Ogni anno accantoniamo delle somme per mandare avanti questa attività, utile dal punto di vista culturale e sociale», spiega. Altri fondi arrivano dal ministero della Cultura, dalla Regione e dalla Fondazione di Sardegna. «Il teatro San Bartolomeo è un riferimento per il nostro territorio. Invitiamo tutti, giovani e anziani, a partecipare a questo importante momento di crescita culturale e di condivisione sociale: è un’occasione per arricchire la nostra vita e per godere della magia del teatro», dice Milena Pisu, assessora allo Spettacolo.

Una scena con Gianmarco Tognazzi (al centro), Renato Marchetti e Fausto Sciarappa
Una scena con Gianmarco Tognazzi (al centro), Renato Marchetti e Fausto Sciarappa
Una scena con Gianmarco Tognazzi (al centro), Renato Marchetti e Fausto Sciarappa

Anche nella prossima stagione, che inizia il 13 dicembre e si chiude in primavera, i grandi nomi non mancano. Il sipario si apre con “Ouverture des Saponettes” di e con Michele Cafaggi. Sei titoli in cartellone con protagonisti del calibro di Gianmarco Tognazzi, in scena con Renato Marchetti e Fausto Sciarappa ne “L'onesto fantasma” mentre Antonella Attili e Giorgio Colangeli sono gli interpreti con Luisa Merloni di “Le volpi”. Giobbe Covatta porta in scena “Scoop (Donna Sapiens)”. L’algherese Stefano Artissunch firma la regia di “Smanie per la villeggiatura” di cui è anche interprete con Stefano De Bernardin, Laura Graziosi, Stefano Tosoni e Lorenzo Artissunch.“Era l'allodola?” è la pièce scritta, diretta e interpretata da Daniele Monachella, in scena con Ignazio Chessa.

Il fascino del nouveau cirque, l’ironia della commedia, tra riletture di classici e testi contemporanei: tante opzioni per i fedelissimi del San Bartolomeo, che di sicuro torneranno a riempire il teatro come nelle passate stagioni.

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