Zurigo, Nizza e ora Nuoro. Sono le tappe per scoprire un’altra immagine del grande artista francese Henri Matisse. Di lui sono noti soprattutto nudi blu, stanze rosse, gatti gialli, dipinti pieni di colore che lo hanno consacrato in tutto il mondo come uno dei maggiori maestri della prima metà del XX secolo, esponente di spicco della corrente dei Fauves. Ma lui, nato a Le Cateau-Cambrésis nel 1869 e morto a Nizza nel 1954, eccelle anche plasmando opere in bianco e nero, modellate su marmo e bronzo. «Per esprimere la forma, talvolta mi dedico alla scultura, che mi consente di muovermi intorno all’oggetto per conoscerlo meglio», confessa. Parole che sono impresse in una grande parete del museo Man di Nuoro e introducono il visitatore a un viaggio diverso nell’arte di Matisse, alla scoperta di un percorso meno esplorato rispetto a quello abituale, cioè pittorico.

“Metamorfosi” è la mostra che conquista in questi mesi molti curiosi e appassionati. Approda in Barbagia, prima volta in Italia, dopo l’esordio al Kunsthaus Zurich nel 2019 e al musée Matisse di Nizza nel 2020, a conferma, come nota il presidente Tonino Rocca, che il Man si pone come «un istituto di ricerca, un laboratorio di progettazione in grado di dialogare con partner stranieri». Nelle parole della direttrice Chiara Gatti «il Man ha sempre alternato alla ricerca sui linguaggi del contemporaneo importanti affondi nell’opera dei maestri moderni indagando aspetti inediti, meno studiati, sfumature inattese rispetto ai percorsi da manuale».

La serie Jeannette
La serie Jeannette
La serie Jeannette

Con queste premesse si possono ammirare le sculture in bronzo, a iniziare dai tanti volti di Jeannette, forme femminili, ritratti, busti, donne in movimento. Le opere risalgono ai primi decenni del secolo scorso, modellate con maestria. Matisse crede tanto nella scultura come modalità espressiva, modellare l’argilla gli piace molto, tanto quanto dipingere, almeno per una fase importante del suo percorso artistico. Ma è la pittura che porta il suo nome in giro per il mondo. «Le sculture di Matisse sono rimaste nell’ombra per molti motivi», spiega Sandra Gianfreda, curatrice del Kunsthaus Zurich. Anzitutto sono opere limitate dal punto di vista numerico: poco più di ottanta, per lo più di piccolo formato, mentre quelle pittoriche sono ben di più. Per fare un paragone con un altro grande artista a lui contemporaneo, Picasso realizza circa 700 sculture.

Nella valutazione incidono anche le piccole dimensioni dei bronzi di Matisse, giudicati dai critici come studi privati complementari alla sua pittura. In realtà, lui si appassiona alla scultura già nel 1900. Dal 1904 espone le sue opere plastiche in gesso, terracotta e bronzo. Nel 1908 a Parigi in mostra 13 sculture accanto a 11 dipinti e sei disegni. Propone le sue sculture anche a Berlino nel 1909 e a Londra nel 1910. Non solo. Dal 1908 al 1910 insegna scultura agli allievi della sua accademia privata.

Matisse al lavoro
Matisse al lavoro
Matisse al lavoro

Anche la mostra del 1912 a New York punta molto sulle sue sculture. Nel 1931 ancora New York dove vengono esposte solo opere in bronzo. Ci sono altre tappe importanti dedicate alle sculture: Parigi nel 1950, di nuovo l’America nel 1951, Londra nel 1953. E dopo la sua morte ancora Parigi, Londra e New York.

Opere esposte al Man
Opere esposte al Man
Opere esposte al Man

«Troppo a lungo considerato solo un pittore, Matisse è tuttavia un autore che ha cercato di trascendere le categorie artistiche, quelle delle “belle arti” o delle arti maggiori e minori», sottolinea Claudine Grammont, che ha curato la mostra “Metamorfosi” al Musée Matisse di Nizza. L’esposizione allestita al Man, aperta fino al 12 novembre, aiuta perciò a ripensare la ricerca di questo grande artista della prima metà del XX secolo e regala anche qualche sorpresa pittorica come l’opera Odalisca, olio su tela del 1925, del museo del Novecento di Milano.

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