Si dirà: nell’Isola delle vacanze è ovvio che tante abitazioni – magari sulla costa - rimangano vuote per buona parte dell’anno. Ma a leggere la classifica che mette in ordine il tasso di occupazione degli appartamenti nei vari Comuni sardi si capisce che a mettere lo zampino tra i numeri ci sia anche lo spopolamento. La top ten è dominata dalle località turistiche (tutte in fila da Stintino a Villasimius) ma poco più sotto si trovano tanti piccoli centri che hanno poco a che fare con le speculazioni edilizie o le villette vista mare. 

A Semestene e Sennariolo quasi due abitazioni su tre sono deserte. Giave, Bidonì e Ussassai sono poco distanti: l’occupazione degli edifici non raggiunge il 40%. In generale è tutta la Sardegna a soffrire il morbo delle case fantasma: circa il 31% degli immobili non è abitato stabilmente. Vuol dire che ci sono più di 312mila case vuote, su un totale che supera di poco il milione. L’Isola è ben sopra la media italiana, che vede un’abitazione su quattro non occupata. Nella Penisola la provincia con la quota maggiore è Sondrio (56,1%) mentre quella minore si registra a Prato (7,8%).

«Nel corso degli ultimi decenni si è assistito a uno spostamento progressivo – anche se non sempre lineare – della popolazione dalle aree interne verso le zone più centrali del paese, in cui sono presenti più servizi e più opportunità lavorative», si legge nel dossier della Fondazione Openpolis, «questo movimento incide su numerosi aspetti, uno dei quali la disponibilità di abitazioni. Da un lato infatti nelle zone più attrattive ci si trova di fronte a vere e proprie emergenze abitative, data la scarsità di case disponibili. Dall’altra, nelle aree più distanti dai poli, ci sono strutture non abitate oppure sfruttate come seconde case».

Ci sono anche le eccezioni. Ad esempio, pure essendo un Comune di montagna e classificato come “ultraperiferico” rispetto alle principali città, il paese con il più alto tasso di occupazione è Lodine, con il 96,7%. Il centro del nuorese è seguito però dalle località della cintura cagliaritana, dove tante famiglie sono andate a vivere, quasi sempre perché i prezzi del mattone sono più bassi e abbordabili. È il caso di Selargius (occupazione al 95,9%), Elmas (95,1%), Decimomannu (94,7%), Uta (94,5%), Settimo San Pietro (93,9%), Capoterra (93,3%), Sestu (93,2%) e Assemini (92,9%).

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