È una specie di “museo dei valori”, specificamente di quelli olimpici, che travalicano – o dovrebbero farlo, e non sempre l’operazione riesce – anche le inimicizie politiche tra gli Stati del mondo e addirittura le guerre. Le Olimpiadi sono “neutrali” come il Paese che ospita il Cio, il Comitato olimpico internazionale, cioè la Svizzera.

A Losanna, città incantevole e di grande gusto sostenuto da capacità economiche ben note della Svizzera, non c’è soltanto la maestosa sede del Cio, ma anche il “Tom”, acronimo di The Olympic Museum, capace di offrire grandi suggestioni a chi lo visita. E in grado di accogliere – gratuitamente, il che non è poco considerato in quale nazione si trova – 320mila visitatori in un anno non propriamente qualunque: il 2020, cioè quello della pandemia, che pure ha ritardato di dodici mesi le Olimpiadi: si chiamavano Tokyo 2020, si sono disputate nel ’21. Il Tom ha totalizzato oltre trecento visite guidate di adulti (e si sommano le infinità di scolaresche) nel 2019, quando ancora nessuno sapeva che cosa fosse il Covid, e due visitatori su tre provengono dall’estero. Sempre nel ’19, venticinquemila bambini sono stati coinvolti in competizioni scolastiche e seimila atleti “in erba” sono stati impegnati nella Settimana olimpica.

Tutto questo, in un luogo da sogno: il parco vasto ottomila metri quadrati è un luogo di Losanna, frequentato dai suoi cittadini e non soltanto da chi va al Museo. Il percorso dal lago all’esposizione è lungo 420 metri, con 97 gradini, e mentre si salgono si possono ammirare oltre quaranta sculture o installazioni a tema sportivo. Gli altri numeri del museo vero e proprio parlano di tremila metri quadrati di mostra permanente, 1.500 oggetti (anche le scarpe del successo iridato di Pietro Mennea), cinquemila foto, sette ore di documenti audio-visuali, cinquanta schermi interattivi e 150 terminali audio e video. Tutto questo in un’atmosfera calda e accogliente, malgrado la tanta tecnologia, e non mancano le occasioni per commuoversi. D’altra parte, i Giochi olimpici sono un percorso parallelo a quello ufficiale per leggere la Storia del mondo.

L’idea di creare un museo delle Olimpiadi fu del barone Pierre de Coubertin, che presiedeva il Comitato olimpico internazionale, quindi il Cio, negli anni tra il 1896 e il 1925. È considerato, a ragione, il fondatore dei moderni Giochi olimpici. Fu lui a volere il museo su una sponda del Lago di Ginevra, a Losanna, in un ambiente incantevole.

Il Tom è frutto delle visioni certo del Barone, ma anche dell’architetto messicano Pedro Ramìrez Vasquex e del suo collega svizzero Jean-Pierre Cahen. L’idea di base era, ed è ancora, dare corpo ai valori universali dello sport, proprio quelli propagandati instancabilmente da de Coubertin nella sua intera vita: la cultura, la condivisione e l’educazione dei giovani. Il Tom è stato totalmente rinnovato su impulso di Jacques Rogge, presidente del Cio all’epoca, che volle un’istituzione che avesse un’influenza internazionale. Lo decise nel 2007, e sei anni dopo gli architetti svizzeri Brauen&Walchli consegnarono al Cio l’attuale Tom, ispirato alla sostenibilità: è stato realizzato riciclando rifiuti, installando pannelli solari e lampade a led per minimizzare i consumi e quindi l’impatto ambientale, utilizza l’acqua del lago per il riscaldamento ed è disseminato di vegetazione autoctona nei suoi vasti giardini.

Il Tom non è solo una mostra di oggetti collezionati, come dimostrano i dati sulle numerose e moderne tecnologie che contiene. L’idea di base è l’olimpismo, il movimento olimpico, per testimoniare il suo essenziale contributo alla società e trasmettere i valori olimpici oltre le celebrazioni dei Giochi e le loro competizioni agonistiche. Ovviamente lo sport è al centro di tutto, nel museo di Losanna, però storia, cultura, design, tecnologia e sociologia sono ovunque, e rendono speciale – forse unico – il Tom.

L’olimpismo è promosso attraverso le storie degli atleti, così come quelle dei creatori, dei costruttori, artisti e volontari che hanno sempre fatto parte del movimento. Più indirettamente, The Olympic Museum esalta gli ideali e i valori dello sport, oltre che la passione per la Storia. È una voce al servizio dell’idea olimpica, ed è una gran bella voce. Che è consigliabile andare a sentire di persona.

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