Quello sguardo non può lasciare indifferenti. Così come l’espressione complessiva del viso, quasi ieratica. Sarà anche per queste ragioni che l’antica statua lignea di Santa Corona ha attratto l’attenzione di un gruppo di appassionati di storia e cultura di Riola Sardo, che si sono riuniti nell’associazione Santa Corona di Rivora. Con un obiettivo ben chiaro: la promozione di iniziative culturali, legate allo studio, alla riscoperta e alla valorizzazione delle tradizioni popolari e religiose del paese, dei siti di interesse storico-archeologico e ambientale, della storia e dei personaggi. Franco Mele e Gilberto Linzas sono presidente e segretario dell’associazione, nata dopo la riscoperta, nella vecchia casa parrocchiale, dell’antica statua di Santa Corona risalente ai secoli. XVI-XVII. E’ nata così l’idea di organizzare i festeggiamenti religiosi e civili in onore di Santa Corona. “Il culto della santa a Riola è certamente uno dei più antichi” spiega il presidente Mele. “Introdotto nel medioevo prima della fondazione dell’omonima chiesa che è stata al centro della vita religiosa e civile della comunità riolese per lunghi secoli; la chiesa è citata nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado”.

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L’associazione intende perseguire il recupero delle tradizioni e dei festeggiamenti, religiosi e civili, legati al culto di Santa Corona. Ma anche la valorizzazione e la fruizione, a fini culturali e turistici, di edifici storici, monumenti e siti di interesse archeologico, naturalistico e paesaggistico del territorio di Riola Sardo. Alcuni esempi: la chiesa medioevale di Santa Corona, l’edificio storico del Monte Granatico; i fortini della seconda guerra mondiale; i percorsi naturalistici sul lungofiume nonché le zone umide nel Sinis di Riola, il complesso del Parco dei Suoni, la tomba di giganti di Su Cuccuru Mannu. “Vogliamo promuovere tutela, conoscenza e diffusione della lingua sarda nella variante specifica riolese” va avanti il presidente Linzas, “anche mediante l’organizzazione di corsi per bambini, ragazzi e adulti. Ci siamo attivati per capire se in passato si svolgesse una festa dedicata alla santa, la cui data di commemorazione nel Martirologio Geronimiano cade il 14 maggio. Le testimonianze che abbiamo raccolto intervistando alcune donne anziane del paese ci hanno sorpreso. In particolare la testimonianza di tzia Angelina Carta, centenaria classe 1923, la quale ricordava perfettamente che, all’età di 14-15 anni, aveva partecipato alla processione in onore di Santa Corona. L’organizzazione della festa era curata dalle “priorisse” che venivano nominate di anno in anno e che, curavano tutti gli aspetti della celebrazione religiosa. In particolare dalla consultazione dei registri storici delle messe è emerso che negli anni ‘20 e negli anni ’30 del secolo scorso la santa veniva festeggiata regolarmente, sempre nel mese di maggio, mediante la celebrazione della messa e processione con accompagnamento della statua per le vie del paese. L’ultima celebrazione accertata risale al 15 maggio 1938”.

L’esistenza della statua di Santa Corona si era un po’ persa nella memoria dei riolesi. Nel 2017 Gilberto Linzas, casualmente, ha avuto l’occasione di vedere questa statua nella casa parrocchiale, grazie alla disponibilità dell’allora parroco don Antioco Ledda. “La statua è certamente molto antica e proviene dalla chiesa di Santa Corona. La sua presenza è documentata dai verbali delle visite pastorali degli arcivescovi di Oristano del 1791 e del 1803, durante le quali vengono impartite precise disposizioni per la sostituzione della veste della statua e, in seguito, per il suo trasferimento nella nuova chiesa intitolata a Sant’Anna. I documenti delle visite pastorali sono stati rinvenuti grazie al prezioso lavoro di Nello Zoncu. Originariamente era un semplice busto trasformato poi in statua con l’aggiunta di asticelle di legno, questa tecnica veniva chiamata “incannugadura”. La statua è stata inserita nel catalogo generale dei beni culturali del Ministero della Cultura nel 1996”. Oggi la statua è priva di veste, della parrucca e della corona. Ecco perché l’associazione si sta attivando per avviare una raccolta fondi da destinare alla confezione della veste e all’acquisto di quanto altro necessario per la sistemazione della scultura.

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