Dodici parole, una al mese, nel nome della pace. Si inizia con silenzio, si va avanti con umiltà, ascolto, compassione, speranza, lungimiranza, fiducia, pazienza, saggezza, coraggio, giustizia. E si finisce con servizio. Religions for Peace, organizzazione internazionale che promuove la convivenza pacifica, il disarmo e il dialogo, le raccomanda nel suo calendario 2024 che non è una semplice sequenza di giorni e date, ma un viaggio essenziale nelle religioni di tutto il mondo e nelle rispettive professioni di fede nell’uomo. Tante citazioni attinte dal patrimonio culturale delle tradizioni religiose e umanistiche suonano come raccomandazioni più che mai necessarie in tempi di conflitti e tensioni crescenti. «Ci è sembrato importante offrirle alla riflessione interiore ed al confronto pubblico in un periodo nel quale le gravi tensioni internazionali e le guerre in corso, non solo sul terreno strettamente militare, rischiano di vanificarle», sottolinea a proposito delle 12 parole-chiave il presidente di Religion for Peace Europa e Italia, Luigi De Salvia, ospite a Nuoro il 24 gennaio nell’incontro dal titolo “Spirito di servizio e dialogo per la pace”.

«È sempre più importante creare fiducia e rispetto reciproco e trovare valori e punti in comune significativi. Puntiamo a creare il terreno culturale nel quale ci sia la dignità della differenza e lo facciamo su temi comuni come la sfida ambientale, oppure lavorando assieme per evitare le ghettizzazioni delle varie religioni», spiega De Salvia. Un esempio concreto? «In tema di ambiente c’è un finanziamento del ministero degli Esteri tedesco, l’attuazione è affidata a noi in Italia e a un gruppo interreligioso della Tunisia. Riguarda la desertificazione, saranno coinvolti esperti del settore, figure religiose e rappresentanti istituzionali: è un modo per creare rete su un tema di interesse comune», sottolinea De Salvia, medico ofmatologo diplomato in Cultura teologica, da anni impegnato nel dialogo interreligioso e in progetti per l’accoglienza delle specificità religiose e culturali nelle strutture sanitarie.

Non è l’unico progetto in campo: in collaborazione con il Coni c’è “padel for peace”. Altro confronto aperto è sui matrimoni misti alla luce di esperienze e difficoltà anche nell’educazione dei figli. «Naturalmente siamo aperti verso tutti, anche ai non credenti. Vogliamo essere un esempio con le buone pratiche e mostrare che si può vivere insieme in modo sostenibile aiutando la crescita reciproca», dice De Salvia che riassume lo spirito dell’impegno ricordando la Rome Half Marathon Via Pacis del 2019: una corsa con partenza e arrivo a San Pietro toccando, assieme alla sinagoga e alla moschea, i luoghi di culto di cinque confessioni religiose.

Luigi De Salvia
Luigi De Salvia
Luigi De Salvia

Nei tempi bui di guerre terribili e attentati terroristici, complicate anche dalle lacerazioni religiose, Religions for Peace Italia è impegnata quest’anno in un progetto europeo, denominato Protone, che mira ad aumentare la sicurezza e l’incolumità nei luoghi di culto, ampliando la visione e aumentando la conoscenza dei rischi e delle minacce. Sono perciò in programma conferenze, simposi e corsi di formazione per leader religiosi, esponenti della comunità, persone interessate. Non solo. Il progetto punta a migliorare i meccanismi di cooperazione interreligiosa tra le comunità musulmane, ebraiche e cristiane nell’affrontare le minacce alla sicurezza dei luoghi di culto. Per portare avanti questo percorso sono previsti eventi delle comunità locali e la costituzione di un consiglio interreligioso che se ne possa occupare in modo permanente.

Alla base c’è la professione nel dialogo per evitare che il richiamo alla spiritualità possa condurre verso strade sbagliate, come «cadere nella superbia, nell’orgoglio della propria appartenenza. Servono iniziative positive, vogliamo mostrare che si possono percorrere esperienze umane imparando gli uni dagli altri e superando l’atteggiamento del disprezzo», sottolinea De Salvia che a Nuoro, nell’incontro coordinato da Michele Tatti, si confronta con don Pietro Borrotzu, in rappresentanza del mondo cattolico, Teresa Gallus per i buddisti, l’imam Hammadi Maalaou per i musulmani, Gian Paolo Soddu per la fede Baha’i. In Sardegna l’organizzazione è rappresentata dalla nuorese Gabriela Strazzeri, che è anche vicepresidente della Kairos-Insieme, associazione di volontari ospedalieri che nel capoluogo barbaricino gestisce una casa di accoglienze per malati e loro familiari.

L'incontro a Nuoro di Religions for Peace
L'incontro a Nuoro di Religions for Peace
L'incontro a Nuoro di Religions for Peace

Il movimento multireligioso fondato a Kyoto in Giappone nel 1970, attraverso Consigli e Gruppi, è presente in tutto il mondo. Opera in 90 Paesi dei sei continenti, come movimento organizzato, indipendente da ogni potere politico ed economico, riconosciuto come Organizzazione non governativa presso l’Onu. «Religions for Peace è uno spazio nel quale le religioni del mondo si uniscono per promuovere pace, armonia e prosperità per tutti. Noi vediamo le sfide mondiali e comprendiamo che possono trovare beneficio da una risposta unitaria, innovativa ed inclusiva delle religioni». Sono le parole di presentazione del calendario 2024 con una riflessione sulla pluralità religiosa in Italia: «Le differenze religiose saranno sempre maggiormente la realtà della società italiana. È importante ed urgente, quindi, accompagnare con ogni mezzo e con grande senso di responsabilità i processi di incontro e dialogo tra i fedeli di religioni diverse e con persone di altre convinzioni». Tanto vale allora scorrere tutto l’anno le buone intenzioni dei costruttori di pace, almeno per intercettare un raggio di luce nel groviglio tenebroso di tempi segnati da terribili conflitti.

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