È un Cagliari sull’orlo del baratro, un Cagliari pronto a sacrificare il suo gioiello, Gigi Riva, pur di sopravvivere. Cosa che non accadde perché, nel frattempo, arrivarono soldi freschi da Milano: secondo qualcuno, denaro dell’Inter, passato per la Saras per evitare che Riva andasse a rinforzare le rivali dei nerazzurri (forse nessuno mai saprà se questa storia è vera).

Ma, in quel lontano 1967, il Cagliari ha davvero bisogno di soldi. Che, come per miracolo, arrivano dagli Stati Uniti. L’anno prima nel Paese a stelle e strisce si decide di far, finalmente, nascere il campionato nazionale di calcio. Solo che, insieme alla North America Soccer League, riconosciuta dalla Fifa, viene creata anche la United Soccer Association che non ha alcun riconoscimento ufficiale ma ha un atout molto più pesante, un contratto televisivo con la Cbs. Cioè, al tirar delle somme, soldi che convincono molti giocatori a sistemarsi con quella associazione.

Ma il campionato ufficiale deve partire. E la Nasl decide di “importare” intere squadre da Europa e Sudamerica, assegnandole alle franchigie statunitensi. Nelle casse di ciascuna di esse entrano 250 mila dollari. E non sono certo squadre di secondo livello: tra queste c’è l’emergente Cagliari cui viene assegnata la franchigia dei Chicago Mustang.

Le altre squadre? Le inglesi Wolverhampton (che diventa Los Angeles Wolves), Stoke City (Cleveland Stokers), Sunderland (Vancouver Royal Canadians), Shamrock Rovers (Boston Rovers), le scozzesi Aberdeen (Washington Whips), Dundee United (Dallas Tornado), Hibernian (Toronto City), l’uruguaiana Cerro (New York Skyliners), la brasiliana Bangu (Houston Stars), l’olandese Den Hague (San Francisco Golden Gate Gales), la nordirlandese Glentoran (Detroit Cougars).

Il Cagliari, sulla carta, è una delle squadre da battere. Se non fosse che alcuni dei pezzi migliori non vengono schierati: non vedono il campo, Comunardo Niccolai, Pierluigi Cera, Miguel Angel Longo, Ricciotti Greatti, Mario Tiddia, Mario Martiradonna e il gioiello Gigi Riva. Eppure vale la pena andare a dare un’occhiata a quel roster. Ci sono giocatori noti e altri che fanno parte della squadra riserve: Pietro Pianta, Adriano Reginato, Giuseppe Longoni, Giancarlo Hellies, Raffaello Vescovi, Michele Moro, Antonello Hellies, Nenè, Francesco Rizzo, Roberto Boninsegna, Piero Giagnoni, Sandro Tiberi, Renzo Brando, Gerry Hitchens, Raffaello Ciocca, Bruno Visentin, Carlo Mattrel, Moriano Tampucci. Insieme a loro, nomi di cui si è persa la memoria (Antonello Murri, Antonio Solla, Oscar Massei, Franco Marongio, Franco Masetto), ai quali si aggiungono gli stranieri che faranno parte l’anno successivo nel roster dei Chicago Mustang (Eric Dietrich, Werner Glanz, Larry Hausmann, Ed Murphy).

Ed è proprio il Cagliari a inaugurare il torneo: il 28 maggio affronta i Dallas Tornado (cioè il Dundee United) e perde per 1-0. Tre giorni più tardi, la sfida con i Cleveland Stokers termina 1-1 (per i rossoblù va in gol il centravanti inglese Hitchens, a Cagliari dal 1967 al 1969). Un altro pareggio per 1-1, il 3 giugno con i Washington Whips (Boninsegna realizza il suo primo gol nel torneo). Finalmente, il 10 giugno, arriva la prima vittoria: i Chicago Mustang battono i New York Skyliners per 3-2 (Ciocca, Boninsegna, Nenè). Ancora più rotonda, tre giorni dopo la vittoria sui Boston Rovers, un 5-0 firmato dalla doppietta di Boninsegna e dai gol di Visentin, Longoni, Rizzo. Un pareggio per 0-0 ancora con New York il 16 giugno e una sconfitta per 2-1 (gol di Boninsegna) con Toronto City. Il Cagliari torna alla vittoria il 25 giugno quando batte per 4-2 gli Houston Star (doppietta di Boninsegna, reti Longoni e Rizzo). Il torneo si chiude con pareggi: 1-1 con i Detroit Cougars, 2-2 (doppietta di Boninsegna) con i Vancouver Royal Canadians, un altro 2-2 (sempre con doppietta di Boninsegna) con i Los Angeles Wolves e uno 0-0 con i San Francisco Golden Gate Gales.

Proprio questo ciclo finale di pareggi impedisce al Cagliari di conquistare il primo posto, distante appena due punti, nella Western Division: a conquistare la finale sono i Los Angeles Wolves. I Chicago Mustang devono accontentarsi così del terzo posto: si consolano con il titolo di capocannoniere vinto, con undici reti, da Boninsegna.

L’ultimo atto del primo campionato statunitense di calcio viene disputato il 14 luglio al Memorial Coliseum di Los Angeles davanti a 17.824 spettatori: i Los Angeles Wolves (cioè il Wolverhampton) batte per 6-5 dopo i tempi supplementari i Washington Whips (l’Aberdeen).

Di quella trasferta ci sarebbe da raccontare anche un’altra vicenda, il curioso esonero dell’allenatore Manlio Scopigno. Ma, appunto, quella è una vicenda che merita una narrazione tutta sua.

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