Qualche settimana fa il primo viaggio commerciale nello spazio della navicella Virgin Galactic ha avuto come protagonista il tenente colonnello sardo Angelo Landolfi, cagliaritano con radici ben salde nell’algherese. E ora proprio Alghero potrebbe candidarsi ad ospitare uno “spazioporto”, uno scalo dedicato ai voli suborbitali.

«A mio avviso nel giro di qualche anno il segmento dei voli turistici-scientifici con caratteristiche suborbitali sarà una realtà consolidata. Tanti settori dell’industria aeronautica stanno andando in quella direzione. Ora è il movimento è concentrato negli Stati Uniti ma tra qualche anno si diffonderà in Europa», dice Umberto Borlotti, ex direttore generale della Sogeaal.

Un po’ quello che avvenne con le compagnie low cost: nate in America e poi diventate una realtà europea, grazie a Ryanair e alle sue sorelle. «Certo, forse è una prospettiva visionaria, però credo che ci siano opportunità reali», spiega Borlotti, che aggiunge: «Qui in Sardegna si è già strutturato un bel movimento, pensiamo al Distretto aerospaziale. Io sono convinto che questo tipo di traffico aereo porterà alla riconfigurazione di alcuni aeroporti in “spazioporti”, senza particolari modifiche strutturali. Si tratta di poter garantire atterraggi e decolli standard, quello che interesserà a chi vuole operare in Europa sarà la bassa intensità di traffico commerciale. Per questo la struttura più idonea è quella di Alghero».

L’infrastruttura dello scalo Riviera del Corallo si presta: la pista di 3 chilometri, gli spazi prima utilizzati dall’Aeronautica e dall’Alitalia. Ci sono hangar e aree di manutenzione e parcheggio separate dall’aeroporto commerciale.  A questo punto cosa si può fare? «Candidarsi. La Regione deve crederci, come ha fatto nel 2000 con i vettori low cost, e aprire un dialogo con i principali operatori del settore. Ora la più attiva è la Virgin. La Sardegna si sta candidando a ospitare l’Einstein telescope, può farsi avanti anche per questo progetto», dice Borlotti.

Anche perché il futuro del trasporto aereo potrebbe andare proprio in quella direzione. «I voli suborbitali consentono di fare grandi spostamenti in un tempo ristretto. Potrebbe consentire di andare negli Stati Uniti in poche ore».

La missione suborbitale del “Galactic 01” di Virgin, a fine giugno, ha raggiunto gli 80 chilometri di quota, riuscendo così a portare a termine alcuni esperimenti con una gravità ridotta.

Il volo è arrivato dopo quello che aveva visto a bordo lo stesso Richard Branson, fondatore di Virgin, nel luglio 2021. In quell’occasione aveva viaggiato insieme ad altri cinque membri dell’equipaggio della Virgin Galactic per il primo volo spaziale di prova sul suo razzo, VSS Unity. Il turismo spaziale doveva iniziare subito dopo, ma il completamento dei test ha richiesto più tempo del previsto, in quanto i regolatori federali hanno ordinato di mettere a terra il razzo per 11 settimane a causa dell’inchiesta aperta sulla compagnia per aver  cambiato la rotta assegnata durante la stessa missione con a bordo Branson.

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