Due volumi e oltre 1200 pagine custodiscono i discorsi parlamentari di Giorgio Asproni. Opera monumentale, dove scorrono gli eventi grandi e minori di trent’anni segnati dal Risorgimento e dal processo di unificazione nazionale, come pure dalle battaglie, ostinate e talvolta solitarie, del deputato sardo. I due libri, pubblicati di recente a cura della Biblioteca della Camera dei deputati, si aprono con un saggio dello storico Guido Melis, già parlamentare e docente all’università La Sapienza di Roma. Lavoro davvero prezioso e fondamentale per conoscere meglio e valorizzare il deputato nato a Bitti nel 1808 e morto a Roma nel 1876 dopo un’intensa attività andata avanti per otto legislature tra Torino, Firenze e Roma. L’opera fa il paio all’imponente Diario politico, sette volumi pubblicati nella seconda metà del secolo scorso dalla facoltà di Scienze politiche dell’università di Cagliari e curati da Tito Orrù e Carlino Sole dove scorrono vicende d’ogni genere annotate da Asproni dal 29 marzo 1855 al 23 aprile 1876. Una miniera inesauribile di appunti e riflessioni, documentazione ricca della vita politica dell’Ottocento, donata nel 1983 all’Istituto superiore regionale etnografico dal conte veneziano Enrico Dolfin, erede di Asproni.

Il ritratto di Giorgio Asproni realizzato dal pittore napoletano Franco Trotta e tratto dalla copertina dei due volumi pubblicati dalla Camera dei deputati per concessione dell'Isre
Il ritratto di Giorgio Asproni realizzato dal pittore napoletano Franco Trotta e tratto dalla copertina dei due volumi pubblicati dalla Camera dei deputati per concessione dell'Isre
Il ritratto di Giorgio Asproni realizzato dal pittore napoletano Franco Trotta e tratto dalla copertina dei due volumi pubblicati dalla Camera dei deputati per concessione dell'Isre

Tanto interesse attorno alla complessa figura del parlamentare sardo non è proprio scontato, anche perché non sono mancati lunghi tempi d’oblio. Lo ricorda Annico Pau in una fresca pubblicazione della sezione “Giorgio Asproni” di Nuoro dal titolo “Lello Puddu incontra Giorgio Asproni” che è un omaggio a uno dei primi appassionati studiosi del parlamentare bittese. «In un quadro di generale silenzio e di totale cancellazione della figura di Asproni da parte degli storici, il grande merito di Lello Puddu è stato quello che, pur non essendo lui uno specialista, ma solo un appassionato cultore della storia del Risorgimento, riuscì a farlo emergere dal lungo oblio», scrive Pau che ricorda gli interventi dell’intellettuale nuorese, esponente di spicco del Partito repubblicano, fatti già prima della scoperta del Diario e andati avanti nel tempo in modo instancabile, tra convegni, articoli e dibattiti. «L’eredità politica di Asproni - il suo tentativo di modernizzare il mondo sardo, e legarlo agli strati più avanzati della società, il suo amore per la grande patria italiana e per la piccola patria sarda - è il seme che darà vita al movimento autonomista e tutto ciò che di straordinario esso rappresenta nella vita politica della Sardegna», sostiene Lello Puddu, scomparso nel 2018. Lui si forma al liceo classico Asproni di Nuoro ma scopre il parlamentare sardo quando Ennio Delogu, sardista, bittese anche lui, finito in carcere durante il fascismo, gli mostra alcune lettere scritte ad Asproni da Mazzini e da altri personaggi del Risorgimento. «Dalla lettura degli interventi di Lello Puddu si possono cogliere i vari aspetti del pensiero asproniano, il senso della battaglia politica condotta attraverso i discorsi parlamentari, dei rapporti che allacciò con gran parte della Sinistra italiana ed europea, dell’attività instancabile nel movimento democratico e nel movimento operaio», sottolinea Annico Pau.

Quaderno della sezione "Giorgio Asproni" di Nuoro a cura di Annico Pau dal titolo "Lello Puddu incontra Giorgio Asproni"
Quaderno della sezione "Giorgio Asproni" di Nuoro a cura di Annico Pau dal titolo "Lello Puddu incontra Giorgio Asproni"
Quaderno della sezione "Giorgio Asproni" di Nuoro a cura di Annico Pau dal titolo "Lello Puddu incontra Giorgio Asproni"

Per conoscere meglio Asproni diventa irrinunciabile la lettura dei discorsi parlamentari. Coscienza critica dei democratici, battagliero esponente dell’opposizione, sostenitore di uno stato repubblicano, Asproni ha alle spalle una travagliata esperienza come canonico a Nuoro che lo porta all’abbandono della vita ecclesiastica per intraprendere la carriera politica. Ha stretti rapporti con Garibaldi, Cattaneo e soprattutto Mazzini, contesta Cavour e il regno piemontese, tesse dietro le quinte le file della sinistra fino alla nascita del governo guidato da Agostino Depretis che giura il 27 marzo 1876, un mese prima della sua morte. Non si occupa solo della grande storia. I discorsi parlamentari danno conto della varietà di temi e dell’attività intensa che porta avanti con una presenza assidua in aula e negli uffici.

«La pubblicazione dei discorsi attesta da sola l’operosità di Asproni», sottolinea Guido Melis. E poi: «Giunto a Torino, a Palazzo Carignano subito emerse la sua qualità più evidente: l’operosità in aula e negli uffici». Asproni diventa sempre più padrone della macchina parlamentare. Emerge bene dalla moltitudine dei suoi interventi dove passano le discussioni per la costruzione dell’unità italiana, compresi i difficili rapporti tra Chiesa e Stato su cui si scontra come altre volte con Cavour, ma anche tante altre questioni, come i problemi legati alla Sardegna. Per esempio, nel 1852 interviene a sostegno del deputato Bastian, portavoce di Nizza e Savoia, per conferire ai deputati dei collegi più lontani, sardi compresi, «una sia pur modesta indennità di spesa». Nel 1856 dice la sua in modo efficace sulla pena capitale che - sottolinea - «avvezza gli uomini al sangue, inferocisce l’animo, distrugge, non educa, non incivilisce. La legge che impone la pena di morte riveste il carattere della vendetta e il sangue che si sparge macchia, non lava». Servizio postale in Sardegna, legge sui boschi, strade, ferrovie, sicurezza, cattedre universitarie, carceri, orfanotrofi, i lavori per il porto di Terranova, cioè Olbia, la ricostituzione della provincia di Nuoro, soppressa nel 1859 dalla legge Rattazzi. C’è molto di più nei due volumi ma tanto basta a cogliere temi e criticità, non troppo diversi da quelli che tengono banco nella politica d’oggi.

© Riproduzione riservata