L’assalto continua. Progetti di impianti eolici, fotovoltaici e agrivoltaici minacciano il territorio da un capo all’altro dell’Isola e secondo associazioni ambientaliste, comitati di cittadini ma anche amministrazioni alcuni impianti rappresentano una seria minaccia per l’ambiente, la flora, la fauna e l’economia. La mobilitazione è costante, e gli ambientalisti sono sempre in prima linea in difesa della biodiversità. La Lipu in particolare lancia l’allarme sui rischi per l’avifauna: da uno studio accurato è emerso che l’Oristanese è tra le zone in Sardegna in cui gli impianti eolici a terra potrebbero mettere in pericolo numerose specie di uccelli.

Dopo oltre un anno di lavoro, la Lipu ha ultimato la mappatura delle aree sensibili per l'avifauna rispetto agli impianti eolici a terra (onshore) e a mare (offshore). Lo studio “Sensitivity mapping for Renewable Energy in Italy, realizzato con BirdLife International ed esperti nazionali e internazionali, ha preso in esame ben 44 specie di uccelli (come capovaccaio, gipeto, aquila di Bonelli o nibbio reale) sensibili alla presenza di impianti eolici onshore e 26 specie per gli impianti offshore. Come ha spiegato il direttore generale Danilo Selvaggi “lo studio si è avvalso di una metodologia scientifica messa a punto da BirdLife International a livello internazionale, nonché di una grande quantità di dati ornitologici e ha tenuto conto, per quanto riguarda l’ambiente marino, di un lavoro di sensitivity mapping recentemente condotto da Ispra”.

Lo studio ha analizzato la distribuzione geografica delle specie individuate per esaminare la sensibilità del territorio italiano, suddiviso in centinaia di celle di 25 chilometri quadrati. L’analisi del grado di naturalità delle celle ha contributo a completare il quadro della sensibilità del territorio in materia di avifauna, fornendo indicazioni cruciali per lo sviluppo di impianti eolici futuri, più sicuri e meno impattanti per gli uccelli. Il risultato, frutto di un lavoro minuzioso e realizzato su attente basi scientifiche, è la definizione della sensibilità di ciascuna delle centinaia di celle classificate come aree verdi a sensibilità bassa, gialle a sensibilità media, arancione a sensibilità alta e rosse a sensibilità molto alta. In questa classificazione si è tenuto conto della presenza di aree protette, come parchi, riserve e siti Natura 2000 che rappresentano i luoghi a maggiore integrità ecologica.

La mappa delle zone a rischio realizzata dalla Lipu (foto concessa)
La mappa delle zone a rischio realizzata dalla Lipu (foto concessa)

La mappa delle zone a rischio realizzata dalla Lipu (foto concessa)

“Il nostro obiettivo, alla vigilia di una nuova fase di realizzazione di impianti eolici specialmente offshore, è contribuire a una localizzazione che faccia salvi i valori naturalistici da proteggere, nel caso specifico gli uccelli, e ad evitare i guasti di vario tipo che hanno purtroppo segnato sin qui la storia dell’eolico italiano” ribadiscono dall'associazione. La Lega italiana per la protezione degli uccelli ripete che è necessario pianificare l’eolico, l’appello è che si possa avviare una nuova fase di dialogo, collaborazione e confronto con le Istituzioni alla luce dell’importanza della posta in gioco. Da qui la richiesta a Ministeri, Regioni e ai vari attori sociali di tenere conto dei risultati del lavoro svolto.

In Sardegna, come emerge dalla mappa, le zone costiere occidentali ma anche meridionali, nord-orientale sono segnate di rosso: massimo rischio. I progetti di impianti eolici sono sempre più numerosi, nei territori la mobilitazione della popolazione è massima. Dalla Gallura al Medio Campidano fino all’Oristanese si sono svolte diverse manifestazioni contro la realizzazione di impianti di energia eolica. Nell’Oristanese tra Montiferru e Alto Campidano il progetto presentato dalla Sorgenia Renewables mira a mettere in funzione nei territori comunali di Seneghe, Narbolia, San Vero Milis, Solarussa e Siamaggiore un parco eolico con torri alte più di 100 metri. E la battaglia per la tutela dell’ambiente è solo all’inizio; non c’è soltanto l’eolico, adesso anche il fotovoltaico e l’agrivoltaico preoccupano le popolazioni.

Un impianto eolico (foto archivio Unione sarda)
Un impianto eolico (foto archivio Unione sarda)

Un impianto eolico (foto archivio Unione sarda)

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