«Sono lieto di comunicare che ieri, per mezzo di apparecchi ad onde ultracorte di piccola potenza, utilizzanti onde di 57 centimetri e forniti di riflettori portatili, abbiamo potuto comunicare chiaramente tanto radiotelegraficamente quanto radiotelefonicamente da Rocca di Papa a Capo Figari, in Sardegna, attraverso una distanza di 270 chilometri, presenti i rappresentanti del ministro delle Telecomunicazioni». È l’undici agosto del 1932 quando il semaforo di Capo Figari entra nella storia della scienza grazie a Guglielmo Marconi, premio Nobel per la fisica nel 1909, autore dell’esperimento di trasmissione ad onde corte dal promontorio che sovrasta Golfo Aranci alla località laziale. «Il risultato – scrive ancora Marconi – è assai importante per la scoperta fatta della possibilità di comunicare mediante le onde ultracorte, anche a distanze maggiori di quelle che risulterebbero teoricamente possibili a causa della curvatura terrestre». “Un breve momento di gloria”, lo definisce il sito internet ufficiale della società New Fari che ne ha ottenuto la concessione dalla Regione e che ha in programma di realizzare nella struttura otto suite di lusso e spa divisa nei due blocchi il Semaforo e la Batteria Serra. Ma a Golfo Aranci è scattata la rivolta partita dai comitati ed arrivata in Parlamento, alimentata da ricorsi, raccolte di firme, appelli social. Le obiezioni sono su due versanti: la valenza naturalistica di un luogo dalla bellezza incontaminata, un sito di importanza comunitaria, e l’aspetto identitario-culturale legato alla figura di Guglielmo Marconi. 

I LUOGHI E LA STORIA

Il semaforo sorge sul promontorio di Capo Figari a 344 metri sul livello del mare dove la vista spazia da Tavolara alle Bocche di Bonifacio passando per la Costa Smeralda. È stato inaugurato l’11 marzo del 1890 e inserito nel sistema di fari della regia Marina con il compito di fornire indicazioni sia alle navi di passaggio che a quelle di ingresso verso il golfo di Olbia, nel 1905 il passaggio al ministero della Difesa. Nel 1932 l’arrivo di Marconi (insieme alla moglie Maria Cristina Bezzi-Scali) che seguì l’esperimento a bordo della sua nave-laboratorio Elettra in rada sotto il promontorio. L’esperimento fu riportato su tutti i quotidiani, tra questi L’Unione sarda del 14 agosto, e intorno alla visita dello scienziato – all’epoca una vera celebrità – fiorirono decine di aneddoti, non tutti documentati. Ma proprio l’avvento delle trasmissioni radio segnò il destino del semaforo che, come tutte le postazioni di indicazione visiva, diventò superfluo e finì in abbandono.

La batteria Serra è invece una struttura che risale all’epoca della Prima Guerra mondiale, realizzata a Punta Filasca a 51 metri sul livello del mare. Entrambi i siti sono abbandonati al degrado da molti anni ma sono ben conosciuti dagli escursionisti. Il Semaforo di Marconi è stato inserito tre anni fa nel cammino100torri, il percorso costiero da 1284 chilometri che è considerato il trekking più lungo d’Italia.

La scheda del Semaforo nel progetto Orizzonte Fari della Regione
La scheda del Semaforo nel progetto Orizzonte Fari della Regione
La scheda del Semaforo nel progetto Orizzonte Fari della Regione

LE SUITE E LA BATTAGLIA

La società cagliaritana New Fari che è stata apripista con Capo Spartivento nella trasformazioni dei fari ad uso turistico e ha un ambizioso progetto esteso a diversi edifici storici della Penisola ha ottenuto dalla Regione la concessione per 35 anni delle due strutture, inserite nel programma Orizzonte Fari, il 28 giugno 2023. È stato anche già annunciato l’inizio dei lavori da ultimare in 36 mesi per un investimento che si aggira sui due milioni di euro. Nel Semaforo sono previste sei suite, sala da pranzo e da the, cantina terrazza, vasche idromassaggio, mediateca digitale, alla batteria Serra – più piccola - due suite, area benessere ed eventi e piscina emozionale. Per la Regione un’opportunità importante per Golfo Aranci. «Con la firma del contratto di valorizzazione della Stazione di vedetta di Capo Figari e della Batteria Luigi Serra un importante bene viene messo al servizio della comunità in chiave di sviluppo e crescita futura del territorio», ha dichiarato l’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino, per anni sindaco del paese.

Ma l’ondata di protesta cresce. I primi a muoversi sono stati i cittadini del comitato Maremosso con una petizione su Change org che sfiora le 37.000 firme e i consiglieri di opposizione di Golfo Aranci, tra questi Andrea Viola promotore di un’altra petizione e di una richiesta di annullamento in autotutela. La questione è approdata in Parlamento con i deputati di Italia Viva, Roberto Giachetti e di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesca Ghirra firmatari di due distinte interpellanze e in Commissione europea con l'eurodeputato di Renew (Italia Viva), Nicola Danti.

Tra le tante associazioni ambientaliste intervenute, Italia Nostra – qualche giorno fa – ha inviato richiesta di annullamento in autotutela del bando di gara all'assessorato regionale agli Enti locali. Secondo l'associazione, tra le altre cose, nei documenti di gara non c'è traccia “dell'intervento sistemico di valorizzazione tale da consentire un circuito di fruizione dei paesaggi costieri utilizzando i manufatti esistenti come porte di accesso ai vari ambiti costieri” che sta alla base del programma Orizzonte Fari. Il movimento di protesta ha anche incassato il sostegno del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, assiduo frequentatore di Capo Figari che ha lanciato un appello sulle sue pagine social.

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