Per ora ci dobbiamo tenere il vecchio modello di continuità territoriale aerea fino a ottobre del prossimo anno. Non ci sono soluzioni. Come ha spiegato la presidente della Regione Alessandra Todde nel suo discorso programmatico e poi nelle repliche, non c’erano i tempi per modificare l’attuale sistema a causa sia dell’insediamento del nuovo Consiglio regionale che della scadenza della legislatura europea per la quale si andrà a votare i prossimi 8 e 9 giugno. Poiché devono passare sei mesi dall’emanazione del decreto con le regole dalla continuità e i bandi per le compagnie, non c’erano i tempi tecnici per partire nella prossima stagione invernale e quindi è stato prorogato quello vecchio fino al 2025 per dare modo alla nuova governatrice e all’assessora regionale Barbara Manca di studiare nuove regole che assicurino ai sardi una reale mobilità verso la Penisola senza le limitazioni attuali.

mogoro. il sindaco sandro broccia. 30-01-13. foto alessandra chergia
mogoro. il sindaco sandro broccia. 30-01-13. foto alessandra chergia
L'ex assessore regionale dei Trasporti Sandro Broccia

I problemi da risolvere

Le criticità, oggi, sono numerose: carenza di posti in periodi di alta stagione oppure quando si avvicinano le festività, frequenze giornaliere ridotte, compagnie che non rispettano quanto previsto dal bando in tema di cambi di biglietti o modifica delle prenotazioni e varie altre difficoltà che riempiono le cronache quotidiane dei giornali e dei siti d’informazione sardi. In sostanza, la continuità, così come è oggi, fa acqua da più parti e crea non pochi disagi a sardi e turisti. Dunque, bisogna studiare un nuovo modello. “Anche perché in questi anni il mondo è cambiato ed è cambiato anche il mercato del trasporto aereo”, osserva Sandro Broccia, assessore regionale dei Trasporti della Giunta Soru, oggi pensionato-studente di Storia contemporanea che però continua a guardare con una certa attenzione il mondo che ha seguito da vicino per cinque anni. A lui si deve l’istituzione di una task force che dall’assessorato regionale controllava quotidianamente se le regole della continuità venissero applicate nel modo corretto, con conseguente tirata d’orecchi alle compagnie nel caso venissero segnalate anomalie. Cosa che oggi capita spesso, ma senza le conseguenze che Alitalia e Meridiana pativano allora.

Dati storici

Broccia, per definire un nuovo modello di continuità oggi, partirebbe dall’analisi di quanto accaduto negli ultimi anni. “Non credo che oggi si possa parlare di un modello che va bene a prescindere, il sistema da applicare scaturisce dai numeri”, spiega Broccia. In sostanza, per l’ex assessore regionale, la prima cosa da fare è “parlare con i tre aeroporti sardi, analizzare i numeri dei passeggeri, delle frequenze dei voli e dei collegamenti, e sulla base di quanto emergerà, disegnare un modello coerente con lo stato dell’arte oggi”, aggiunge. In tutta Europa esistono circa 250-270 forme di continuità territoriale con territori e isole sparse un po’ per il continente. Aree dove va garantita la mobilità dei residenti a prescindere dal fatto che possa essere il mercato a garantire i collegamenti necessari via aereo o nave. Nessun modello, tuttavia, può essere uguale all’altro perché dipende da una serie di parametri e valori che discendono dal territorio di riferimento. “Il punto di riferimento di partenza è sempre il regolamento del 1992 e la decisione del 2007 della Commissione europea che fissano i paletti per il sistema dei trasporti in continuità – osserva Broccia – partendo da quelle regole, poi va valutato caso per caso, sulla base dei numeri disponibili, cosa serve”. La Decisione della Commissione euroea n° 1712 del 27.07.2007 ha riconosciuto, specificatamente alla Sardegna, “di avvalersi delle opportunità previste dalla normativa europea al fine di garantire un servizio offerto in termini di continuità, regolarità, capacità e tariffazione. È la decisione su cui si è basata l'ultima continuità attivata quando ero io a ricoprire l’incarico di assessore, poi confermata dalla successiva Giunta regionale e tuttora in vigore”, aggiunge l’ex assessore.

Frequenze e destinazioni

Sulla base dei dati, dunque, potrebbe anche risultare che per alcune città, pensando ad un allargamento ad esempio della continuità territoriale, non sia necessario prevedere voli onerati oppure che non servano in alcune fasce orarie. Le frequenze, dunque, dipendono dall’analisi storica dei numeri. “Partendo da questi dati si può stabilire come strutturare il modello che per noi funzionava bene con una tariffa residenti e un tetto massimo per le altre fasce di passeggeri”, spiega l’ex assessore. Bisogna poi tenere conto che oggi molti collegamenti sono garantiti anche da altre società che “fino a qualche anno fa, quando esisteva ancora Meridiana, non riuscivano a entrare in Sardegna e oggi invece vi operano stabilmente”. Le low cost, in sostanza, che peraltro sono cambiate rispetto agli albori dello sbarco di Ryanar nell’Isola, oggi occupano fasce consistenti di mercato rispetto al passato e quindi bisogna tenere conto anche di questo. Compatibilmente, dunque, con lo stretto corridoio costituito dai regolamenti comunitari, dalle sentenze e dal sistema attuale del mercato aereo, si può costruire un modello moderno di continuità, a cui si possono affiancare “anche voli interni da Alghero e Olbia a Cagliari”, propone Broccia. Sono i numeri e un’analisi accurata a dire quale sistema mettere in piedi. E poi sarà necessario che sia la presidente Alessandra Todde che l’assessora dei Trasporti Barbara Manca si preparino a trattare con Bruxelles per far passare il modello che più sembra consono in questo momento per l’Isola. Da qui bisogna partire. Altrimenti, si fa accademia.

© Riproduzione riservata