Una tavola rotonda sui progetti eolici off shore presentati per lo specchio di mare che va da Teulada a Pula. Si è svolto nella redazione de L’Unione Sarda e hanno partecipato Alberto Bertolotti (imprenditore e presidente della Confcommercio Sud Sardegna), Domenico Bagalà (direttore Nuovi Progetti del Forte Village), Concetta Spada (sindaca di Domus de Maria), Walter Cabasino (sindaco di Pula) e Angelo Milia (sindaco di Teulada).

Se fosse approvato anche solo uno dei progetti, nello specchio di mare tra Teulada e Pula comparirebbero decine di pale eoliche alte oltre duecento metri: gli effetti su paesaggio e turismo?

Alberto Bertolotti: «È una follia che la comunità sarda sia costretta a difendersi da un assalto proditorio così impattante sulle nostre fonti principali di reddito, il turismo e il paesaggio. I riflessi sarebbero devastanti. È incredibile, soprattutto se si pensa che i sardi non possono muovere uno spillo senza ottenere preventivamente una sequela di autorizzazioni, le norme sono così stringenti da rendere quasi impossibile costruire un campo da golf o modificare la suite di un grande hotel. Pagherebbe un prezzo altissimo anche il turismo nautico, che fortunatamente cresce di anno in anno. Mi piace usare le parole con cui nei giorni scorsi si è congedato il prefetto De Matteis: “La Sardegna è un luogo dell’anima per i sardi e per chi sceglie di venirci in vacanza e a lavorare”. Vendiamo territorio, paesaggio e ambiente, ciò che sta accadendo inciderà sui valori fondamentali che portano alla scelta della destinazione Sardegna».

Domenico Bagalà: «Produrrebbe danni di immagine inaccettabili, renderebbe scarsamente credibile la nostra campagna promozionale che è incentrata sul contesto ambientale incontaminato e sul microclima unico nel Mediterraneo. Sarebbe assolutamente incompatibile con tutti gli sforzi di promozione dell’isola e, per quanto ci riguarda, del Forte Village».

Concetta Spada: «Dal 2022 abbiamo detto no perché, utilizzando le simulazioni, abbiamo avuto la prova che cancellerebbe anni di fatica e investimenti che garantiscono la sostenibilità ambientale: cosa c’entrano le torri eoliche davanti a un’area marina protetta? Non è accettabile per un Comune che basa lo sviluppo su ambiente e turismo. Il paesaggio è una sensazione visiva ed emotiva che tutti percepiamo, in questo modo sarebbe stravolto per sempre».

Walter Cabasino: «È una speculazione che avrebbe un impatto distruttivo e irreversibile. Sintetizzo con un’immagine: di giorno dal sito archeologico di Nora invece di ammirare un orizzonte pulito si vedrebbero le pale eoliche - evidenti anche nella simulazione delle aziende che le hanno proposte – e durante i tanti e prestigiosi spettacoli che vanno in scena la notte si noterebbe un mare di lucine rosse all’orizzonte, come fosse un’area industriale. Per noi è inaccettabile perché metterebbe in discussione il paesaggio che è il motore dell’economia dell’intero territorio».

Angelo Milia: «Per capire l’effetto che avrebbe basta pensare alla follia dei progettisti che prevedono di far attraversare la spiaggia di Tuerredda dai cavidotti. C’è un altro aspetto: il porto turistico ambisce a crescere nonostante la morsa del poligono militare, se si aggiungesse un muro frontale di pale eoliche sarebbe la fine».

Mai incontrati i rappresentanti delle società che vogliono realizzare gli impianti?

Bertolotti:«Non li ho visti né sentiti, non so chi siano, non ho idea di quali collegamenti possano avere qui in Sardegna».

Bagalà:«Non abbiamo nessuna notizia».

Spada:«Ci siamo opposti legalmente ai progetti e abbiamo ricevuto alcune telefonate che miravano a ottenere un incontro. D’accordo con la Giunta e i consiglieri, abbiamo deciso di soprassedere per continuare il nostro percorso giudiziario: il faccia a faccia sarebbe stato inutile».

Cabasino:«Li abbiamo incontrati. C’erano maggioranza e minoranza, in questa partita siamo sempre uniti. Abbiamo ribadito il nostro no netto anche alle proposte vaghe che ci hanno fatto. D’altronde la nostra idea di sviluppo è completamente diversa e gli imprenditori sono d’accordo con noi».

Milia:«Nessun contatto».

Dove costruire gli impianti di rinnovabili?

Bertolotti:«Mi viene da pensare alle tante aree industriali dismesse, paesaggi già compromessi. Se dobbiamo compiere uno scempio, facciamolo lì, in zone che per di più sono già infrastrutturate».

Bagalà:«Sicuramente nelle zone industriali ci sono già le infrastrutture. In mare non si possono sistemare a 24 chilometri – questa è la distanza prevista nei progetti – ma a 100 sì. È una questione di costi, e va risolta».

Spada:«A 100 chilometri dalle coste, senza deturpare il paesaggio. Ma queste società vogliono solo il guadagno. Abbiamo investito mezzo milione per ristrutturare il belvedere a Capo Spartivento che, se fossero approvati i progetti, avrebbe la vista sulle pale eoliche, piacevole come un pugno».

Cabasino:«È condivisibile che le pale siano sistemate in zone già deputate allo sviluppo industriale e, nel mare, a una distanza tale da non essere visibili: immaginate l’effetto di queste torri nel golfo durante la sfilata di risonanza mondiale che a luglio Dolce e Gabbana hanno fatto a Nora».

Milia: «La soluzione è spostarli lontano dalle coste, invisibili dal litorale. Non possiamo pensare di chiudere la Sardegna dentro una gabbia di pale eoliche. Già paghiamo un prezzo enorme alle servitù militari, il 60 per cento sono in Sardegna, ora vorrebbero infliggerci anche le servitù energetiche».

Nell’accordo Stato-Regioni la Sardegna ha accettato di produrre almeno 6,2 gigawatt con le energie rinnovabili entro il 2030.

Bertolotti:«Gli accordi si possono ridiscutere, dipende dalla volontà di farlo. Penso che quel numero sia troppo alto e si debba rimodulare».

Bagalà:«Certo che un accordo si può modificare».

Spada:«Forse la fretta e la paura di non essere protagonisti ha spinto la Regione a firmare quell’accordo. Secondo me non è un punto fermo: bisogna capire quanta energia ci serve e riconsiderare la situazione in generale per dare un sollievo alla nostra regione».

Cabasino:«Voglio essere positivo, non posso pensare che un disastro del genere si possa realizzare. Ripartiamo dal fabbisogno energetico della Sardegna, c’è lo spazio per la rinegoziazione, non penso che il governo nazionale voglia mettersi di traverso e avere contro l’intera isola: noi sindaci percepiamo l’umore dei cittadini e sappiamo che c’è un sentire popolare contrario».

Milia:«Stabilire di quanta energia ha bisogno la nostra regione è imprescindibile per ridurre i 6,2 gigawatt previsti».

Come immaginate la transizione energetica?

Bertolotti:«Da quel che leggo mi par di capire che l’idrogeno possa essere il futuro».

Bagalà:«Un mix di energia pulita: idrogeno, geotermico, mini idroelettrico, fotovoltaico e eolico, ovviamente nei limiti sostenibili».

Spada:«La transizione va fatta senza questa aggressività che può portare a errori giganteschi calpestando il rapporto costo-benefici».

Cabasino:«È un percorso irreversibile che condivido appieno. Dobbiamo utilizzare tutto ciò che ci fornisce la tecnologia evitando l’aggressività che vanifica il percorso e irrigidisce cittadini e Comuni. Non demonizzo neppure l’off shore ma ciò che è mancato è il coinvolgimento dei territori. C’è stata un’aggressione neocolonialista con scelte calate dall’alto. Basta dire che hanno chiamato i progetti degli impianti Nora 1 e Nora 2, come il sito archeologico: è offensivo, mi dà i brividi».

Milia:«L’utilizzo ad arte della semantica può creare mostri: chiamano parchi eolici quelli che sono impianti, altro che parchi. Non ci possono essere imposizioni. Il ricorso alla tecnologia è fondamentale, non dobbiamo trascurare nessuna ipotesi».

Cosa pensate della moratoria?

Bertolotti:«Speriamo che non sia soltanto un modo per posticipare la ricerca di una soluzione».

Bagalà:«Serve nella misura in cui si trovano soluzioni efficaci».

Spada:«Non ha risolto il problema, è servita per dare una dimensione pubblica alla gravità della situazione».

Cabasino:«La giudico positivamente, è un momento per ragionare e prendere coscienza».

Milia: «Non è un’azione risolutiva, ma sicuramente un primo passo al quale dovrà seguire altro».

La proposta di legge Pratobello ‘24?

Bertolotti:«È un’azione meritoria, da sottoscrivere, cercherò di coinvolgere la Confcommercio nazionale per aderire a questo movimento di salvezza».

Bagalà:«Siamo sicuramente favorevoli, tutti gli imprenditori turistici hanno partecipato».

Spada:«Partecipiamo attivamente alla raccolta delle firme perché auspichiamo che chi deve legiferare lo faccia col coraggio della spinta popolare».

Cabasino:«A prescindere da come andrà, la considero un’iniziativa democratica di grande rilievo. Penso che la proposta verrà accolta con favore dalla presidente Todde perché le dà forza nella trattativa con il governo. A Pula siamo arrivati a mille firme, abbiamo predisposto anche gli elenchi separati per tantissimi turisti colpiti dalla minaccia che pende sulla Sardegna».

Milia:«Serve sicuramente per svegliare le coscienze e creare un’unità di popolo che è quello che si sta verificando».

Marco Noce

Paolo Paolini

Francesco Pintore

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