Villa Epstein: il Caffè Scorretto del 5 dicembre 2025
Di Celestino TabassoQuasi nessuno viene bene in una foto segnaletica. Sarà che quando te la fanno non sei molto dell’umore, sarà che chi scatta non sta lì a cercarti il profilo migliore, o che le luci del set sono dei neon di questura. Sarà questo oppure, direbbe Sciascia, sarà il contesto, ma comunque in quelle foto si viene bruttarelli peggio che sulla carta di identità. Ma forse non è tutto qui. Forse il fatto di passare da soggetto a sospetto, in un’inquadratura che non serve a esprimere la tua personalità ma a renderti riconoscibile in caso di fuga, spande una patina di squallore burocratico sui lineamenti. Ecco, è un po’ lo stesso effetto che fanno le foto della villa di Epstein nella sua isola privata diffuse dai deputati Democratici. Non si può dire che sia brutta, e sicuramente emana gelido sfarzo da ogni piastrella. Eppure in quegli scatti la dimora caraibica odora di spento, un po' come il kitsch delle magioni borgatare dei Casamonica immortalate dalla Municipale. Naturalmente non è un grande eccipiente del glamour la consapevolezza che il padrone di casa si uccise in cella, dove era chiuso come schiavista sessuale e pedofilo. Però insomma sembra tutto più costoso che lussuoso e più smisurato che ampio. Comunque alla fine ti senti a disagio e smetti di guardarle. E pensi che magari è così che i fantasmi vedono il mondo, oppure che stai guardando il mondo di un fantasma.
Celestino Tabasso