Alle 13,30 il presidente dell'arciconfraternita Giancarlo Sanna annuncia dal pulpito dell'altare: il 3 maggio del 2020 il voto è stato sciolto. In chiesa solo pochi rappresentanti delle istituzioni, l'alter nos Raffaele Onnis, il sindaco Paolo Truzzu, il parroco di Sant'Anna monsignor Ottavio Utzeri e quello della cattedrale Alberto Pala.

Tutti visibilmente commossi alla chiusura di questa edizione, la 364esima, segnata dalla pandemia che ha spazzato via una parte dei riti e cancellato la processione del primo maggio.

Dunque, quattro ore dopo l'uscita dalla chiesa di Stampace, Sant'Efisio ha fatto rientro in città, atteso dai tanti devoti che nel rispetto delle disposizioni lo hanno atteso alla finestra.

Il viaggio era iniziato alle 9,30, quando il martire guerriero, chiuso nella sua teca, è stato issato sul cassone della Croce rossa. I militari lo hanno assicurato con un nastro rosso ed è così che Efisio ha iniziato il suo cammino verso il luogo del martirio.

Dai balconi sono piovuti petali di rose e preghiere. Il passaggio davanti al Municipio e poi dritto fino a destinazione, senza fermate. A Nora la celebrazione officiata dall'arcivescovo Giuseppe Baturi e all'ora di pranzo il rientro nella chiesa di Stampace.
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