«Tutela degli animali e lotta al randagismo, l’Isola deve accelerare»
Approvate le nuove norme contro l’abbandono, la deputata: «Riforma storica»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Una grande vittoria per l’Italia e per tutti gli amanti degli animali, anche se in Sardegna c’è ancora molto da fare». Con queste parole, la deputata di Noi Moderati Michela Brambilla celebra l’approvazione al Senato nei giorni scorsi della legge che porta il suo nome. Definita una riforma di «portata storica», segna un punto di svolta nella tutela degli animali, riconosciuti come esseri senzienti e portatori di diritti. «L’Italia si pone all’avanguardia rispetto agli altri paesi, ribaltando la prospettiva culturale sulla protezione degli animali», sottolinea. Tuttavia, nonostante il traguardo raggiunto, il cammino è ancora lungo, soprattutto in regioni come la Sardegna, dove ogni estate il dramma dell’abbandono e del randagismo torna a colpire con forza e dove la lotta agli animali selvatici è sempre più accesa. «La caccia in questo caso non è la soluzione. Servono contraccettivi orali per gli animali e una gestione sostenibile della fauna selvatica».
Lotta all’abbandono
La nuova legge introduce misure severe contro l’abbandono. «L’articolo 727 del Codice penale prevede l’arresto fino a un anno e ammende da 5.000 a 10.000 euro», spiega Michela Brambilla. Le pene si inaspriscono ulteriormente grazie a un’aggravante del nuovo Codice della strada: se l’abbandono avviene su strada o nelle sue pertinenze, la sanzione può aumentare fino a un terzo. Inoltre, chi abbandona un animale utilizzando un veicolo rischia la sospensione della patente da sei mesi a un anno. La normativa include anche il divieto di tenere i cani alla catena (che la parlamentare definisce «medievale»), con multe fino a 5.000 euro, e prevede fino a quattro anni di carcere per chi uccide un animale con crudeltà.
L’emergenza in Sardegna
In Sardegna, l’abbandono e il randagismo sono piaghe profonde. Secondo un’indagine del ministero della Salute, «sul totale dei cani ospitati nei canili delle 14 Regioni che attualmente aderiscono al Sinac, l’anagrafe per gli animali, oltre 100.000 esemplari, circa 82 mila sono ospitati in sole cinque Regioni, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna. Di questi, 17mila in Sardegna». Un dato che rivela sovraffollamento e sofferenze per gli animali, e un forte squilibrio tra Nord e Sud.
Il ruolo delle istituzioni
Per combattere il randagismo, Michela Brambilla insiste sull’applicazione della legge 281/1991, «che assegna compiti precisi a Regioni, Comuni e Asl», come la cattura e la sterilizzazione degli animali vaganti. «Ciò premesso, credo che oggi le azioni più urgenti siano la promozione delle “microchippature” - l’obbligo è spesso evaso –, delle sterilizzazioni e della formazione dei proprietari». Su quest’ultimo punto, spiega la deputata azzurra, «non si fa abbastanza. Bisogna diffondere e radicare la cultura dell’adozione e del possesso responsabile. Ben venga qualsiasi campagna».
La caccia
Sulla gestione della fauna selvatica, come i cinghiali che in Sardegna creano disagi e rischi stradali, Michela Brambilla è categorica: «La caccia è anacronistica e inefficace». Gli abbattimenti disperdono i branchi, aumentano la prole e possono diffondere malattie come la peste suina. La soluzione? «Contraccettivi orali, costosi ma efficaci, come raccomandano gli esperti, per benefici economici, sociali e ambientali».La “Legge Brambilla” «è stata ostacolata per interessi di parte», rivela la deputata, criticando le opposizioni che hanno cercato di bloccare una riforma attesa da vent’anni. «Ai guastatori», conclude Michela Brambilla, «è andata male».
Veronica Fadda
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