La quasi centenaria Ozierese, squadra di grande blasone nel panorama calcistico sardo, cerca di risalire la china dopo qualche anno di anonimato. Attualmente i canarini gialloblu sono primi in classifica nel girone D di Prima Categoria, sia pure appaiati al Porto Cervo.

Certo, sono lontani i tempi del mitico campo di San Michele: spalti gremiti, che negli anni 60 e 70 palpitavano per gli idoli locali come Pietrino Ara, Gianfranco Zoroddu, Mario Caburosso e Barore Demontis. Poi venne costruito lo stadio Angelo Masala. Altri grandi interpreti e splendide annate, anche in Serie D, negli anni 80 e 90.

Indimenticabile, nel maggio 1989, lo spareggio di Tempio per la promozione in quarta serie contro la Libertas Padru. Vinsero i gialloblu ai rigori e quello decisivo fu calciato da Giuseppe Cantara, di Ozieri e attuale allenatore dell'Ossese.

Nella formazione militavano ottimi calciatori come i fratelli Bloise, Adriano Saddi e la saracinesca Ciro Iacomino, tutti fantastici ozieresi doc, come il grande centravanti Antonello Volpe che però in quella stagione giocava nel Buddusò. Nell'undici del dentro fuori tempiese in mezzo al campo furoreggiava un folletto rosso imprendibile, protagonista assoluto del calcio dilettantistico: Filippo Fele, classe 1960, professione medico e attuale allenatore dell'Ozierese.

Come mai, dopo vari anni, ha accettato di guidare la società?

"Al cuor non si comanda. Ci sono dirigenti entusiasti, a cominciare dal presidente Gianfranco Dessena. La squadra è buona: pochi senatori, come i fratelli Appeddu e Demontis, figlio di Barore, e tanti giovani. Un ambiente ideale per lavorare e coltivare la mia grande passione per questo splendido sport. E soprattutto aiutare i miei ragazzi a crescere: nel calcio e nella vita".

Riuscirete quest'anno a centrare l'obiettivo della risalita in Promozione?

"La larga vittoria di domenica in trasferta contro il Campanedda ci ha dato entusiasmo. Questo è fuori discussione. Siamo primi, sia pure con il Porto Cervo. Ci godiamo il momento, anche se dobbiamo migliorare ulteriormente".

I galluresi saranno la vostra maggiore rivale?

"Penso proprio di sì, anche se il Tempio cerca il riscatto e se la giocherà fino alla fine. Noi non siamo partiti per vincere il campionato, ma ora che siamo in alto faremo di tutto per restarci".

Come vede il livello del girone?

"Discreto, leggermente migliorato rispetto ai tornei precedenti. Non vedo nessuna che possa ammazzare il campionato. Sarà a mio avviso un torneo equilibrato e combattuto sino alla fine. Magari salterà fuori qualche sorpresa. Nel calcio nulla è scontato".

In queste partite ha visto qualche giovane interessante?

"Sì. Sinceramente credo che nessuno di loro per il momento possa ambire ai campionati professionistici. Forse ce ne sarà qualcuno nel campionato di Eccellenza, ma non ho avuto modo di vedere nessuna squadra in questa stagione".

Quali differenze hai trovato col calcio dilettantistico del passato?

"Onestamente penso che fosse più competitivo soprattutto tecnicamente. Oggi si cura molto la velocità e la parte atletica, però non ci sono i talenti di una volta. Ma non è solo il calcio ad essere cambiato, è mutata anche la società in cui viviamo. E in maniera profonda".
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