A inizio dicembre, la Fifa assegnerà il Puskás Award per il miglior gol a livello mondiale dell'ultimo anno. Fra i candidati c'è anche Alessandro Deiola, centrocampista del Cagliari, per la prodezza (individuale e di squadra) che ha chiuso il 3-0 al Venezia dello scorso 18 maggio, la partita che ha dato la salvezza ai rossoblù. Un gol memorabile, anche per come è stato costruito con un'azione composta da 13 passaggi e un magnifico tiro a giro imparabile. «Sono contento perché premi come questo sono obiettivi che un giocatore si pone sempre», il commento di Deiola. «La candidatura porta felicità e sono contento per la visibilità che dà a me, alla società, oltre che alla nostra terra, la Sardegna».

Considerato che il Puskás Award prende in considerazione un numero altissimo di gol in tutto il mondo, non era così scontato che potesse esserci un giocatore del Cagliari in lizza. «Quando l'ho saputo ero con mia moglie e le mie figlie: mi sono un attimo assentato e ho sentito internamente una sensazione che non so nemmeno spiegare», racconta Deiola. «Un brivido per tutto il corpo, che continuo a sentire mentre faccio quest'intervista. Ho fatto vedere il gol alle mie due figlie, mi hanno chiesto "Papà lo hai fatto tu?" "Sì amore", ho risposto, "adesso papà è in lista per vincere un premio". Mi hanno chiesto di portarglielo se lo vincerò, speriamo».

E non era nemmeno certo che un'azione del genere potesse riuscire così bene. «Non ci pensavo minimamente», ammette Deiola. «Dal campo non lo realizzi, ma, quando ho impattato la palla, ho sentito l'istinto di esultare e mi sono detto "se prendo la porta è gol". Sono quei tiri perfetti che entrano». Che poi descrive l'azione: «È partita tutta da un rilancio di Augello, io e Gaetano avevamo alzato le mani perché pensavamo che il pallone fosse uscito. Poi da lì è partito un gioco di interscambi, passaggi di prima, colpi di tacco, tunnel, e da lì si è acceso lo stadio. Quando ho ripassato la palla a Gaetano sono andato a occupare lo spazio pensando come potesse arrivarmi la palla. Quindi quando l'ho controllata avevo già in mente di calciare».

Per Deiola, un gol del genere («da PlayStation», dice lui) ha un valore ulteriore per il suo passato. «Con il Venezia è stata sempre una partita abbastanza sentita, perché retrocedemmo a causa di uno 0-0 in trasferta all'ultima giornata nel 2022, quindi metteva un po' di timore, era sentita anche a livello di tifoseria. È stato come chiudere un cerchio. Il destino ha voluto che fossi io a chiudere quell'azione splendida. È stata la ciliegina sulla torta».

Con Deiola sono candidati altri 10 gol, fra cui quelli di giocatori di livello mondiale come Lamine Yamal del Barcellona e Declan Rice dell'Arsenal. «Li ho visti tutti e sono uno più bello dell'altro. Quello di De la Vega mi piace, calcia in un modo incredibile, poi c'è quello in rovesciata di Montiel... Sono tutti belli, quindi che vinca il migliore», le valutazioni di Deiola, che non si è votato «perché è giusto che siano gli altri a scegliere». Intanto, è solo il quinto italiano candidato nella storia del Puskás Award dopo Antonio Di Natale, Alessandro Florenzi, Fabio Quagliarella e Federico Dimarco. «Mi fa sentire onorato».

Contro la Fiorentina, alla prima giornata di Serie A, Deiola ha raggiunto le 200 presenze col Cagliari. «Era il 2006 quando ho firmato per la prima volta, volevo diventare un simbolo per questo club e per questa maglia», afferma. «Piano piano questo sogno lo sto realizzando, e adesso è arrivata la candidatura al Puskás Award. Poi, naturalmente un giocatore spera sempre di poter arrivare in nazionale. Se uno ci crede, nulla è impossibile. Al me bambino darei tutti i consigli che io ho ricevuto durante la mia carriera, gli direi di affrontare tutte le difficoltà che ha avuto per arrivare a questo».

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