«A me non me ne fotte un c… di prendere la macchina migliore». Lo slang, non certo appreso dalle Orsoline, è dell’eminenza grigia dell’elisoccorso in salsa sarda, cucinato, però, nelle stanze dell’Agenzia regionale di emergenza e Urgenza della Lombardia. Quando gli uomini della Guardia di Finanza di Olbia lo intercettano è il 24 novembre del 2017. L’appalto per l’elisoccorso della Sardegna è in pieno svolgimento. Lui, Alberto Zoli, uno dei potenti della sanità lombarda, con un debole per l’elisoccorso dell’Isola dei Nuraghi, stava dando indicazioni sul tipo di elicotteri da prediligere per varcare la terra sarda in caso di emergenza sanitaria.

Longa manus

Direttore generale dell’Emergenza sanitaria in terra padana, componente della commissione della Conferenza delle Regioni, si occupa dell'attuazione del Numero di Emergenza Unico europeo 112, con una "longa manus” sulla sanità sarda. L’esortazione da gentleman raccolta dalle intercettazioni telefoniche è riferita ai mezzi aerei che devono essere scelti per il servizio di elisoccorso della Sardegna. Lo annotano in una montagna di intercettazioni le Fiamme Gialle galluresi che stanno mettendo sotto ascolto il cartello del fuoco che si sta proiettando, con famelica esuberanza, a trasportare feriti in giro per l’Isola. Centocinquantatre pagine di sproloqui e confessioni in viva voce che porteranno la Procura di Tempio a distribuire il dossier in giro per i Tribunali di mezz’Italia, scatenando inchieste clamorose che porteranno, in Calabria prima di tutto, agli arresti di alcuni dei protagonisti del cartello aereo del soccorso sanitario. Tutto è partito dall’appalto per l’elisoccorso targato Sardegna.

Elicotteri per le Tv

Alla base dell’intero sistema - secondo quanto scrivono gli inquirenti negli atti – c’è una vera e propria associazione «diretta alla realizzazione di un più ampio programma criminoso». Carte inequivocabili dalle quali emerge, in maniera plateale, il ruolo attivo del dirigente lombardo nell’ambito della gara d’appalto della Sardegna. Secondo i finanzieri è lui a “fornire” il bando per l’elisoccorso alla Regione sarda, con l’obiettivo di imporre il modello della Lombardia nell’Isola, con uno sguardo rivolto a tutta l’Italia. Il quadro investigativo sostiene che Zoli «non esita a fare uso dell'importanza dei vari incarichi da lui ricoperti per mettere le mani sui bandi del settore dell'emergenza – urgenza». L’obiettivo che anima Zoli - secondo le carte – è quello di replicare in ogni Regione "il format vincente" dell'Agenzia lombarda. Un modello costruito a tavolino, visto che dalle intercettazioni emerge un piano tutto propaganda e tv.

Il dramma di Pioltello

Nell’inchiesta partita dalla Sardegna il dirigente lombardo viene intercettato anche nel bel mezzo del disastro di Pioltello, l'incidente ferroviario avvenuto la mattina del 25 gennaio 2018 sulla ferrovia Milano-Venezia causando tre morti e 46 feriti. La disposizione di Zoli per far emergere il modello padano è esplicita nell’intercettazione che gli agenti della Finanza di Olbia raccolgono durante i soccorsi. Le parole al telefono sono disarmanti: «Fai arrivare i due elicotteri, anche tre. Basta che io possa dire che ho gli elicotteri dispiegati. Quando arrivano le televisioni voglio tutto lì il dispiegamento». Il timing della gara d’appalto per la Sardegna è già segnato. Lui, il professore dell’elisoccorso, si era già ritagliato un ruolo da protagonista in terra sarda.

Quattro mesi prima

Con una convenzione approvata a novembre del 2016, 4 mesi prima dell’appalto dell’elisoccorso, la Regione sarda aveva deciso di farsi prendere per mano proprio da Zoli con l’obiettivo, tra gli altri, di promuovere «attività di implementazione del servizio elisoccorso Hems (Helicopter Emergency Medical Service) regionale». E non è un caso che gli inquirenti scrivano nel verbale dell’inchiesta che Zoli avrebbe «contribuito alla progettazione del bando» della Sardegna pur «non avendo alcun incarico formale di progettazione».

Scrive il Comandante

La denuncia circostanziata che fa scattare l’operazione Elisoccorso Sardegna-Italia è di Massimiliano Giana, il comandante di elicotteri che aveva già fatto saltare il cartello del fuoco. L’accusa è circoscritta: l’appalto per l’elisoccorso della Regione sarda di prossima pubblicazione, è primavera 2017 - secondo Giana- prevederebbe «requisiti tecnici ed amministrativi tali da favorire quegli operatori economici già sottoposti ad indagini amministrative di Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato».

La profezia

Nella segnalazione alla Procura di Tempio c’è un passaggio chiave: «Il capitolato di appalto di futura pubblicazione, avrebbe favorito un determinato modello di elicottero, posseduto proprio da tali operatori e commercializzato da società sempre collegate alla dirigenza Associazione elicotteristica». Il documento-denuncia del comandante, di cui siamo in possesso, si spinge oltre nella previsione: «Ho appreso, da fonte attendibile in ambito ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), che i requisiti Amministrativi e Tecnici del Disciplinare di Gara e del Capitolato di Appalto HEMS ATS-Olbia, sarebbero stati redatti tramite la consulenza di un alto dirigente di AREU Lombardia congiuntamente a soggetto di sesso femminile dipendente di Air-Corporate S.r.l. del Gruppo AIRI S.r.l., Rappresentante Esclusivo Italiano per la commercializzazione, vendita e supporto tecnico di elicotteri Airbus Helicopters, tra cui il tipo H145T2».

L’elicottero promesso

Nome e cognome dell’elicottero, tutto scritto nella denuncia. A cavallo di ferragosto del 2017, proprio pochi mesi dopo la prima denuncia all’Autorità Garante, la Regione sarda, sotto l’ombrellone, pubblica la gara. A quel punto il quadro dell’appalto è ancora più chiaro: dagli atti di gara – secondo i documenti nelle mani degli inquirenti - si evince che i requisiti tecnici identificano univocamente e privilegiano le caratteristiche proprie del H145T2, ovvero l’elicottero dell’Airbus.

Il caso ha voluto

Sarà un caso, ma quelle stesse pale volanti sono nella disponibilità solo della Airgreen Srl di Torino, che ne possiede 2, a quel tempo non utilizzati in alcun servizio, la Babcock MCS Italia SpA di Milano, che, però, li utilizza per altri appalti, ed Elifriulia di Ronchi dei Legionari, anch’essa sottoposta ad indagine. C’è un dettaglio non di poco conto nella gara: gli elicotteri non devono avere più di 3 anni. Quelli di Airgreen, gli Airbus H145TD, ne hanno giusto due anni e mezzo. E’ a quel punto che scatta un altro particolare non di poco conto. Sono le intercettazioni a svelarlo. E’ il 26 ottobre del 2017. La cena è tra Andrea Stolfa, legato a filo diretto con Zoli, il vicepresidente di Leonardo-Augusta e il presidente di Babcock.

Quella lettera di Profumo

Stolfa apostrofa nientepopodimeno che Alessandro Profumo, il presidente di Leonardo: «Ha scritto una lettera del c… al Presidente della Sardegna. Quello (Profumo n.d.r) ha fatto una cazzata, se stava fermo era meglio». Non sappiamo cosa realmente sia accaduto dopo quella lettera di protesta del numero uno della Leonardo, ma un dato è certo: Airgreen ha vinto la gara per l’elisoccorso sardo con due elicotteri dell’Airbus e uno di Leonardo.

Un elicottero in azione col verricello che preleva una barella con assistente medico (L'Unione Sarda)
Un elicottero in azione col verricello che preleva una barella con assistente medico (L'Unione Sarda)
Un elicottero in azione col verricello che preleva una barella con assistente medico (L'Unione Sarda)

Cifre da capogiro

Un appalto da mille e una notte, con cifre da capogiro. Basti solo un dato: alla fine della giostra la gara passa dagli annunciati 66 milioni a ben 87 milioni e 579 mila euro. Per l’elicottero di stanza ad Olbia, il Leonardo, si spendono di costo fisso al mese la bellezza di 236 mila euro e 1.600 euro per ogni ora di volo. Il solo mezzo dislocato in Gallura ha un budget complessivo di non meno di 3 milioni e mezzo all’anno. Per i due elicotteri di Cagliari e Alghero il canone fisso mensile è di 156 mila euro ciascuno, con una previsione onnicomprensiva annua di 4 milioni e 586 mila euro.

Più vola, più guadagna

A questo si deve aggiungere di tutto e di più, compresi gli incrementi per il raggiungimento delle 12 ore di servizio sulla base di Cagliari e possibili proroghe. La cifra finale sale agli 87 milioni e 579 mila euro. Con un concetto elementare: anche sull’elisoccorso più si vola e più si guadagna. Un sistema perverso, con ancora tanti misteri e molti affari.

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